L’intervento di Mario Ridulfo
Festa del Lavoro. Una ristretta delegazione della Cgil al cimitero di Piana degli Albanesi e poi a Portella della Ginestra ha deposto una corona di fiori in onore dei martiri della strage del primo maggio 1947. Anche quest'anno, a causa del Covid e per i divieti previsti, la Festa del Lavoro del Primo Maggio non ha visto il tradizionale appuntamento pubblico della Cgil con il raduno e il corteo che dalla Casa del Popolo sfilava fino a Portella, accompagnato dalla banda del paese. Alla cerimonia invece è stata presente una ristretta delegazione del sindacato. È intervenuto il segretario generale Cgil Palermo Mario Ridulfo Pubblichiamo una sintesi del suo intervento.
“E’ il secondo anno che festeggiamo il Primo Maggio in modalità Covid. Il messaggio che la Cgil Palermo lancia da Portella è che lavoro e salute camminano assieme. Abbiamo tanto bisogno di lavoro e di garantire nel lavoro la salute delle lavoratrici e dei lavoratori, a cominciare dalle persone più fragili e dai precari. C’è bisogno di investire sul lavoro e sulla salute per potere uscire da questa pandemia, che ha portato lutti, perdita di posti di lavoro e sofferenze. Ma non per ritrovarci nella condizione di sottosviluppo di prima. Oggi dobbiamo saper cogliere l’occasione delle risorse del Recovery per favorire uno sviluppo diverso, che rilanci la nostra terra e tutta la Sicilia. Lo dobbiamo alla gente, ai contadini, agli operai, alle donne e agli uomini che 74 anni fa venivano qui da Piana degli Albanesi, da San Giuseppe Jato e dai paesi delle campagne a festeggiare la Festa del lavoro, negata da vent’anni di dittatura fascista, fiduciosi e speranzosi nel cambiamento. La pandemia ha aggravato lo stato di difficoltà, la forbice delle ingiustizie si è allargata, colpendo le fasce più deboli. L’invito è a non perdere la speranza, a credere nel cambiamento possibile. Lo dobbiamo ai giovani, per non farli andare via da questa terra. Ogni giorno è il primo maggio per il movimento sindacale”. “La Cgil - ha proseguito Ridulfo - ogni anno torna a chiedere verità e giustizia per i morti di Portella. 74 anni sono troppi, un tempo troppo lungo di giustizia negata, che non è stata concessa né ai martiri, né alle loro famiglie,né al movimento sindacale. Lanciamo anche quest’anno il nostro appello al governo perché venga tolto il segreto di Stato dagli atti della strage di Portella”.
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