I cantieri navali di Palermo |
Palermo 26 maggio 2021 – “Operazione verità” sulla lunga storia dei bacini di carenaggio del Cantiere Navale di Palermo, da poco venduti all'asta. La chiedono la Fiom e la Cgil Palermo, che tornano sulle vertenze che hanno visto il sindacato in prima linea in tutti questi anni per fare chiarezza su alcune dichiarazioni diffuse in questi giorni che riguardano le infrastrutture del Cantiere Navale e i progetti per l'ex Manifattura Tabacchi. Una storia di risorse impegnate e poi svanite, che inizia col governo Cuffaro, attraversa i governi Lombardo e Crocetta e si chiude con la vendita all'asta dei due bacini, ormai inutilizzabili, decisa dal governo Musumeci. I due bacini in questione, da 19 mila e da 52 mila tonnellate, di proprietà della Regione siciliana, interamente in ferro, furono già oggetto di un intervento di manutenzione dopo la mareggiata del 1974. L'ultima volta, furono utilizzati nel 2009, per sollevare lo Scarabeo 8, ed erano già obsoleti.
“Noi abbiamo sempre lottato per il recupero ed il riutilizzo di queste infrastrutture, fino a quando sono diventate irrecuperabili e addirittura pericolose. Oggi abbiamo perso i bacini e perso anche i finanziamenti regionali per la cantieristica che nessuno dei quattro governi Cuffaro, Lombardo, Crocetta e Musumeci è riuscito a garantire. Impegni presi e non mantenuti. I governi della regione, e i politici che li hanno sostenuti, dovrebbero spiegare dove sono finiti i soldi stanziati per gli investimenti e, con senso di responsabilità, dovrebbero impegnare nuove risorse. Per questo abbiamo parlato di fallimento della politica industriale della Regione”, dichiarano il segretario
generale Cgil Palermo Mario Ridulfo, i segretari Fiom Cgil Palermo Angela Biondi e Francesco Foti e le Rsu Fiom di Fincantieri Serafino Biondo e Davide Vitale.
“La prima volta abbiamo chiesto al presidente Cuffaro di intervenire per ristrutturarli – aggiungo i segretari di Cgil e Fiom – poi, nel 2009, lo abbiamo chiesto a Lombardo e alla commissione Attività Produttive dell'Ars. Abbiamo fatto una serie di scioperi, e solo dopo siamo stati ricevuti dall'assessore Venturi”.
Il 7 giugno 2010 è stato firmato un protocollo d'intesa tra Fincantieri e la Regione siciliana per finanziare con 56 milioni di euro la ristrutturazione dei due bacini. L'appalto per il bacino da 19 mila tonnellate è stato aggiudicato alla Cimolai (consorziata con la Metalmeccanica Agrigentina), bloccato dal ricorso di Fincantieri, e quello per il bacino da 52 mila tonnellate è stato aggiudicato a Fincantieri, bloccato dal ricorso di Cimolai e Metalmeccanica Agrigentina.
La vicenda giudiziaria ha fermato tutto. “Arriviamo al governo Crocetta: dopo le nostre pressioni per procedere con la ristrutturazione, l'assessore alle Attività produttive Lo Bello propose di convertire i due bacini in un'unica infrastruttura da 90 mila tonnellate per l'offshore. La proposta, che prevedeva l'investimento dei 56 milioni di euro sul nuovo progetto, è stata comunicata al Mise e e rimasta anch'essa irrealizzata”.
Subentra il governo Musumeci. L'assessore alle Attività produttive Turano, presente all'iniziativa della Fiom e della Cgil 'Parla il Cantiere' del 3 luglio 2019, promette di intervenire sulla questione e trovare la soluzione definitiva. “Intanto il tempo da allora è trascorso e i bacini, la cui tempestiva ristrutturazione avrebbe potuto attirare sul cantiere di Palermo nuove commesse e creare nuova occupazione, hanno continuato a sgretolarsi”.
Poi tocca al neo-presidente dell'Autorità di sistema portuale del Mare di Sicilia Occidentale, Pasqualino Monti, denunciare alle altre istituzioni competenti il rischio concreto che i due bacini, ridotti in condizioni disastrose e ormai inutilizzabili, vecchi e arrugginiti, rischiano di affondare e di bloccare l'attività del Porto e del Cantiere. “Il sindacato – proseguono Fiom e Cgil - ha inseguito e spinto la Regione in tutti questi anni per sapere cosa intendesse fare, ma invano”.
L'attività del Cantiere Navale intanto prosegue con gli altri bacini operativi, come quello da 400 mila tonnellate per le trasformazioni e le riparazioni, che per tonnellaggio è unico in Italia e il secondo nel Mediterraneo, con il bacino borbonico da 20 mila tonnellate e con lo scalo costruzioni dal quale si continuano a varare tronconi di nave.
Grande attesa è riposta sul bacino da 150 mila tonnellate. “Il progetto del bacino da 150 mila tonnellate, che renderà presto possibile la costruzione di navi intere, mission fondamentale per il rilancio dello stabilimento di Palermo, dopo 40 anni di inerzia della politica, sembra si stia finalmente concretizzando, con l'effettivo finanziamento di 120 milioni di euro per il suo completamento – aggiungono i sindacalisti - Sono stati già eseguiti gli interventi di bonifica e consolidamento e Fincantieri ha formalizzato il suo impegno a utilizzare la nuova infrastruttura per la costruzione di nuove intere navi. Riteniamo che questo investimento sarà propedeutico per il rilancio del Cantiere di Palermo”.
Sulla Manifattura Tabacchi, nel 2009, il Comune di Palermo (amministrazione Cammarata) ha approvato il Prusst 63, che prevedeva la realizzazione di un hotel a 5 stelle nell'ex Manifattura Tabacchi, con centro commerciale, sala multimediale e mega parcheggio al posto dello storico campo di calcio del quartiere.
“Anche in questo caso, di fronte a una scelta politica in palese contrasto con l'attività produttiva del Cantiere Navale, abbiamo iniziato una fortissima protesta e dopo 10 giorni di sciopero, il sindaco Cammarata ha sospeso il progetto”, proseguono Ridulfo, Biondi, Foti, Biondo e Vitale.
Nel frattempo, dopo più di 10 anni, la Manifattura è stata inserita nell’ambito del Recovery Plan – progetti culturali strategici – per la sua riqualificazione con uno stanziamento di 33 milioni che prevede la realizzazione di un auditorium con spazi espositivi, uffici e sale congressi. “Questo progetto, al contrario dell'albergo, non sarebbe in contrasto con l'attività del Cantiere navale, come non lo è il Museo del Mare di via dell'Arsenale che organizza eventi culturali pur essendo confinante con aree di lavoro del cantiere. In ogni caso abbiamo già chiesto incontri ai diversi soggetti istituzionali che hanno competenze sull'ex Manifattura e siamo in attesa di conoscere il progetto definitivo. Se qualcuno teme che vi sia un disegno per lo smantellamento del Cantiere Navale di Palermo, può stare sicuro che continueremo a vigilare, pronti alla mobilitazione ed alla lotta, come sempre abbiamo fatto”.
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