Dalla mostra «Ulisse: L’arte e il mito». Musei San Domenico di Forlì, 2020
di Brigitte Urbani
Da circa un trentennio
Ulisse va di moda in Italia, come testimoniano ogni anno nuove pubblicazioni di
tipo sia narrativo che saggistico.
Ultimamente sono uscite
altre due traduzioni in italiano di opere che lo riguardano direttamente: l’Ulisse di
Joyce e l’Odissea di Kazantzakis. E l’anno dantesco 2021, che
commemora il settimo centenario della morte dell’Alighieri, non mancherà di
portare in primo piano l’Ulisse di Dante. Un personaggio caro agli italiani,
Ulisse, come dimostra la buona conoscenza che quasi tutti hanno dell’Iliade (più
generalmente della guerra di Troia) e dell’Odissea, e l’identificazione
spontanea dei giovani lettori con questo eroe antico eppure a loro tanto
vicino. Ma un personaggio caro anche ai meno giovani, sicché Ulisse è diventato
– forse per il tramite di Joyce – una metafora dell’uomo, con le sue qualità e
i suoi vizi.
Un eroe notissimo agli
italiani Ulisse? amato? popolare? Oggi sì, di sicuro. Ma non sempre fu così.
In quanto appassionata
studiosa della letteratura italiana ho voluto, avvalendomi del rinnovato
interesse per Odisseo, far partecipe il pubblico italiano (e italofono) del
frutto di lunghi anni di ricerche universitarie “sulle orme di Ulisse” (secondo
l’espressione coniata da Piero Boitani). Di questi studi marcati da momenti
alterni di entusiasmo e di scoramento, ripropongo oggi ai lettori una sintesi
che ho cercato di redigere in uno stile più narrativo che saggistico. Il
risultato? Un “saggio narrativo”, L’Odissea di Ulisse nella
cultura italiana, uscito a Firenze nel dicembre del 2020 per i tipi
dell’editore Franco Cesati. Come viene indicato dal titolo si tratta
dell’odissea di un personaggio che, a dir poco, non sempre fu apprezzato dagli
italiani. Da qui il sottotitolo: Un insolito pellegrinaggio in
sette tappe. Un percorso a volte faticoso dal mondo antico alle
soglie del Duemila, in cui le tradizionali Sette Chiese hanno la forma di sette
tappe. Importava mettere in rilievo le opere che in passato lo celebrarono, ma
anche rivelare, tramite testi per lo più dimenticati, la forma di penitenza
nella quale fu a lungo mantenuto, e soprattutto la fosca figura che di lui
propose il teatro. Parallelamente era importante individuare le possibili
ragioni dell’occultazione o del deprezzamento di cui per secoli fu vittima, ma
anche – un lieto fine ci voleva – i motivi della sua meritata riabilitazione
dalla fine dell’Ottocento in poi.
Un percorso che,
sottolineando il ruolo essenziale che ebbe l’Italia nella storia della fortuna
di Ulisse in Europa, fa viaggiare il lettore nel mondo della cultura in
compagnia di molti scrittori o librettisti/musicisti del passato, sia maggiori
(Dante, Petrarca, Boccaccio, Monteverdi, Foscolo…) che minori (innumerevoli),
fino a quelli del Novecento e del presente secolo.
A parte la Grecia, quale altro paese può vantarsi come l’Italia di aver
proposto tante opere basate sulla leggenda omerica o di aver esercitato (prima
di Joyce) tanta influenza sulle varie forme e l’evoluzione del mito?
Questa la realtà: da
oltre venti secoli, Ulisse è, in Italia, il più “presente” di tutti gli eroi
greci, grazie a una leggenda che si diffuse con la creazione delle colonie
greche in Italia. Ben presto i luoghi descritti nell’Odissea furono
localizzati attorno all’Italia, e si delinearono due “scuole”: la scuola
siciliana e la scuola mediterranea. Secondo la prima, l’intero viaggio
di Ulisse si svolse intorno alla Sicilia, mentre la seconda situa la dimora
d’Eolo nelle isole Lipari, la terra dei Ciclopi nella zona di Catania, il paese
dei Lestrigoni a Ischia (o in Sicilia, o sulla costa campana…), l’isola di
Circe nel Lazio (dove il Monte Circeo evoca ancora il nome della maga), la
terra dei Cimmeri nella zona di Cuma, le isole delle Sirene vicino a Sorrento,
Cariddi e Scilla nello stretto di Messina, l’isola del Sole in Sicilia e
l’isola di Calipso a Gozo, vicino a Malta. Anche se, nel secolo XX, geografi e
grecisti appassionati tentarono a loro volta di localizzare le tappe e fecero
viaggiare Ulisse nella penisola iberica o in Irlanda, dalla fine dell’Antichità
fino al secolo scorso sempre prevalsero le interpretazioni siciliane e
mediterranee. In poche parole in nessun altro paese Ulisse è a casa sua
come in Italia.
Inoltre l’Italia è il
paese che più contribuì ad arricchire la leggenda di Ulisse. L’Italia è la
patria di Guido delle Colonne, a cui si deve la diffusione in Europa della
storia di Troia in vesti medioevali; è la patria di Dante, autore della più
grande figura di Ulisse dopo Omero; è la patria di Boccaccio che permise
all’Europa di leggere i capolavori omerici, muti da secoli; è la patria di
Monteverdi che, con Il ritorno di Ulisse in patria, offrì la prima
grande figura lirica del re itacese.
Ma l’Italia è anche la terra che maltrattò di più Ulisse. In nessun
altro paese d’Europa egli è così spesso detestabile, furbo, machiavellico nel
senso più negativo del termine. E se l’Italia presentò una dicotomia a priori
inconciliabile tra l’Ulisse buono e l’Ulisse malvagio – eredità delle tragedie
greche e latine che per lo più lo presentano sotto una luce funesta – lo deve a
una somma di circostanze tipicamente italiane: nostalgia e orgoglio di
un’atavica virtus romana, relazioni difficili con le colonie
greche, presenza del Papa, influenza di un autore che fece scandalo,
Machiavelli, il quale sebbene non citi mai il nome di Ulisse nel Principe ha
pure involontariamente contribuito all’avvilimento della sua figura.
In poche parole:
l’evoluzione di Ulisse e della sua leggenda passa necessariamente dall’Italia,
ma in nessun altro paese fu oggetto di critiche così violente. Né nel teatro
francese né in Europa, come hanno dimostrato le mie ricerche, ha dato luogo a
rappresentazioni negative, addirittura demoniache, come invece in Italia.
Una storia romanzesca dunque quella dell’inedita odissea che sono felice di
proporre ai lettori, invitandoli ad imbarcarsi in un viaggio nel tempo che li
porterà dall’Antichità ai giorni nostri lungo un percorso che si può
sintetizzare così.
La prima tappa distingue i vari
segmenti della leggenda di Ulisse e precisa quali fra questi siano stati
sviluppati nella cultura antica. Emergono già due aspetti antitetici della personalità
di Ulisse: il paziente Ulisse omerico, l’esecrando Ulisse tragico.
Nella seconda tappa, dedicata al Medioevo, vengono evocati i racconti in
versi e in prosa che trattano, per dirla con Dante, “dei Troiani, di Fiesole e
di Roma” (Par. XV, 126), fra cui, fondamentale, la Storia
destructionis Trojae del siciliano Guido delle Colonne. Ma soprattutto
vengono analizzate la magistrale invenzione di Dante e le numerose
interpretazioni che vennero fatte del famoso canto XXVI dell’Inferno dai
commentatori contemporanei (fra cui il figlio Jacopo) sino agli studiosi di
epoca più recente.
Dante non aveva letto Omero: in Europa la lingua greca antica non era più
studiata da secoli. Perciò la terza tappa del percorso segna
una svolta, quando viene riscoperto il testo dell’Odissea per
merito di Boccaccio e Petrarca, i quali “scritturarono” uno studioso bisbetico
e pittoresco, certo Leonzio Pilato, greco di Calabria, e lo aiutarono a
tradurre Omero in latino: divertenti le tribolazioni del paziente Boccaccio e
dell’impaziente Petrarca con quell’individuo strambo, il cui lavoro però
contribuì allo sviluppo dell’umanesimo.
Nella quarta tappa, che si estende fino ai
secoli XVI e XVII, Ulisse è presentato come una figura allegorica e filosofica,
un esito felice perché mentre i tragici greci lo avevano denigrato in quanto
fellone infido e mentre Dante lo aveva condannato all’inferno,
l’interpretazione allegorica ne faceva un esempio tutto positivo, perfino una
prefigurazione di Cristo; Giovambattista Gelli ne La Circe ne
fece un maestro di filosofia e diversi pittori celebrarono in lui l’eccellenza
del principe per cui lavoravano. Pausa felice prima della quinta lunga
tappa che, dal XVI (Della Porta, Torelli…) ai primi del XIX (Foscolo),
portò sulle scene teatrali un Ulisse tutt’altro che simpatico, erede delle
fosche figure foggiate principalmente da Euripide e Seneca. E se il libretto
del celebre melodramma di Monteverdi, Il ritorno di Ulisse in patria,
ricalca abbastanza fedelmente l’originale omerico, le opere successive, nella
scia dell’invenzione infelice di Giambattista Della Porta nella
tragicommedia Penelope, ne fecero un vecchio marito geloso tanto
imprevedibile e avventato quanto pericoloso. Rarissimi coloro che, come il
giovane Pindemonte, ne diedero un ritratto lusinghiero.
Povera di figure
nuove la sesta tappa – che ripercorre buona parte
dell’Ottocento, un secolo in cui Ulisse scompare nel vortice di un Risorgimento
poco interessato alle problematiche omeriche – è tuttavia un periodo
fondamentale per alcuni fatti notevoli che contribuirono poi alla risurrezione
positiva del personaggio.
Tant’è vero che, dal
primo Novecento in poi, – settima e (provvisoriamente) ultima tappa del
nostro percorso – ecco Ulisse di ritorno (è proprio il caso di dirlo!) – dopo
non più dieci anni di erranze sui mari come quello omerico, ma quasi dieci
secoli di avventurose peregrinazioni nella cultura del paese, l’Italia, che gli
era più connaturato. Nel Novecento gli autori di teatro (Romagnoli, Ferrero,
Savinio, Dallapiccola…) gli fecero calcare le scene senza vilipenderlo, i poeti
(Pascoli, D’Annunzio, Saba, Quasimodo, Pavese…) si identificarono a lui, i
narratori gli fecero, in proprio o per interposta persona, rivivere a modo loro
le sue vicende (o ne inventarono altre), e infine Ulisse, sia quello di Omero
che quello di Dante, diventò un punto di riferimento naturale, obbligato,
evidente. Chi, fino all’Ottocento, lo avrebbe mai immaginato???
L’illustrazione di
copertina del volume riproduce un’opera del pittore britannico John William
Waterhouse, Ulisse e le Sirene (1891), proprietà della
National Gallery di Melbourne. Avrei preferito la ben nota tela di Giorgio de
Chirico, Il ritorno di Ulisse (1968, coll. privata), che
rappresenta un Ulisse occupato a remare dentro una piccola imbarcazione: non
sul temibile mare antico “colore del vino” ma nella propria camera, su un
tappeto azzurro. In questo modo il pittore ottantenne, che molto spesso si era
identificato a Ulisse, sintetizzava metaforicamente l’insieme della propria
carriera. Per me invece la camera rappresentava l’Italia… Purtroppo, per via di
difficoltà legate ai diritti d’autore non fu possibile portare il progetto a
compimento. Ma non importa. L’illustrazione che mi fu proposta dai servizi
editoriali sintetizza perfettamente l’idea che oggi in Italia si ha di Ulisse:
un mitico eroe dantescamente assillato dalle Sirene della scienza, strenuamente
volto a “seguir virtute e canoscenza”.
Peccato che il caro
amico Michel Feuillet mi abbia trasmesso troppo tardi il collage che
immaginò a partire dal famoso canto dantesco: un Ulisse che ascolta il
canto delle Sirene. Che bell’illustrazione avrebbe avuto il mio libro!
Esaminatelo bene, e ditemi se non è vero…
Brigitte Urbani
SCHEDA DEL LIBRO:
L’odissea di Ulisse nella cultura italiana
Un insolito pellegrinaggio in sette tappe
di Brigitte Urbani
Franco Cesati editore
€32.00 – pp. 314 – Uscito nel 2020
Dove acquistare questo libro: IBS Amazon Feltrinelli
Brigitte Urbani è professore emerito dell’Università
di Aix-Marseille dove ha insegnato lingua e letteratura italiana. I suoi ambiti
di ricerca sono la letteratura moderna e contemporanea, i legami tra
letteratura e arte, le relazioni di viaggio e la riscrittura dei miti. Oltre a
diversi articoli e contributi, in proprio ha pubblicato in Francia un volume
sull’opera di Dario Fo e Franca Rame ('Jongleurs des temps modernes', PUP,
Aix-en-Provence, 2013), un’edizione bilingue de 'La Circe' di Giovan Battista
Gelli (Garnier, 2015), un’edizione bilingue de 'La Principessa filosofa' di Carlo
Gozzi (Les Belles Lettres, 2017) e, in Italia, presso le Edizioni Lussografica,
il 'Viaggio in Sicilia di Paul de Musset' (2013) e 'Louise Colet, Sicilia 1860'
(2018).
https://altritaliani.net/lodissea-di-ulisse-nella-cultura-italiana-ulisse-un-eroe-da-sempre-amato-in-italia/?utm_source=automated-%7Bchannel+numer%7D-%7Bemail+id%7D&utm_medium=email&utm_campaign=Newsletter
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