Prima visita ufficiale, in veste di Sottosegretario di Stato per l’Interno, a Palermo e Corleone per Ivan Scalfarotto, accompagnato dal senatore Davide Faraone. Una giornata intensa, iniziata salutando e ringraziando il prefetto di Palermo Giuseppe Forlani, le donne e gli uomini al servizio dello Stato, i Vigili del Fuoco. Infine, a Corleone, a 25 anni dalla legge sull'uso sociale dei beni confiscati alle mafie.
Nella città del Palermitano, Scalfarotto, insieme ai presidenti del Consiglio comunale di Palermo e Corleone, Salvatore Orlando e Pio Siragusa, si è recato da padre Luca Leone, che il 1° marzo, giorno della ricorrenza del santo patrono San Leoluca, ha trovato il portone della chiesa di Sant’Agostino incendiato da ignoti.
A seguire l’incontro nell’Aula Consiliare “Bernardino Verro” con una ventina di sindaci del comprensorio corleonese. “Ringraziamo il Sottosegretario per la sua visita - ha detto il primo cittadino di Corleone Nicolò Nicolosi -. Vogliamo il ripopolamento e lo sviluppo dei nostri territori. Tutti noi sindaci stiamo lavorando per questo, ma abbiamo bisogno urgente dell’attenzione dello Stato e la sua presenza qui è una bella dimostrazione”.
“Abbiamo creato questo governo - ha affermato il senatore Faraone - con la consapevolezza che abbiamo pochissimo tempo per fare tantissime cose. Con la visita di oggi chiediamo alle istituzioni locali una collaborazione concreta, ad esempio di farci sapere quali progetti sono stati finanziati, quali strade sono rimaste fuori dai finanziamenti, se c’è bisogno di interventi particolari. Torneremo per discutere come mettere in campo tutte queste azioni”.
“Siamo alla vigilia di un momento importantissimo - ha dichiarato il Sottosegretario Scalfarotto - e abbiamo due responsabilità fondamentali. Innanzitutto vigilare affinché la criminalità organizzata non si insinui nei finanziamenti che arriveranno a breve, ad esempio con il Recovery Plan. In secondo luogo, dovremo spendere bene questi soldi. È evidentissimo che, se non riparte il Mezzogiorno, il Paese intero non può ripartire”.
Dopo l’incontro coi sindaci, Scalfarotto ha visitato il Cidma, il Centro di documentazione sulle mafie e del movimento antimafia, che custodisce i faldoni del “maxi processo” e una ricca collezione di scatti della fotoreporter Letizia Battaglia e della figlia Shobha. Poi la sosta al consorzio "Sviluppo e Legalità", la prima realtà di riuso sociale dei beni confiscati ai boss, realtà che sono "palestre di vita" disse Papa Francesco tre anni fa, perché “lottare contro le mafie significa anche bonificare, trasformare, costruire”. “La mafia è un parassita - ha aggiunto il Sottosegretario -. La mia presenza qui non è casuale: è anche un gesto di solidarietà nei confronti di tutti i ragazzi che non hanno mai accettato il potere mafioso e un doveroso omaggio ai servitori della Repubblica”.
Infine, all'ospedale dei Bianchi, la visita al centro vaccinale, con un pensiero, in occasione della prima Giornata nazionale in onore delle vittime del Covid, ai camici bianchi, ai nostri eroi, ai familiari dei 100mila italiani morti senza la possibilità di un ultimo abbraccio.
Un minuto di silenzio a mezzogiorno. La memoria da coltivare ogni giorno.
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