Padre Luca Leone davanti la chiesa di S. Agostino
La solidarietà a padre Luca e alla comunità di S. Leoluca l’abbiamo data ieri in pubblico e in privato. Oggi, invece, abbiamo incontrato il parroco davanti al portone della chiesa di S. Agostino che alcuni falegnami della parrocchia stavano sistemando. Un incontro cordiale, durante il quale abbiamo parlato del portone bruciato, dei significati dell’atto, di Corleone e del suo futuro. Appare sereno padre Luca, origini corleonesi, ma formazione fatta tra il Piemonte, l’Emilia-Romagna e la città di Roma. Non a caso parla un italiano senza inflessioni dialettali, ma intercalati da tipiche espressioni corleonesi.
Perché il portone bruciato?
Non saprei, non ho una pista privilegiata. Non ho ricevuto nessuna minaccia. Se l’avessi ricevuta sarei subito andato dalle forze dell’ordine a denunciarla. Io parlo sempre con molta franchezza. Nelle omelie esprimo quello che penso.
Magari sottolinei sempre l’incompatibilità tra l’essere cristiani e l’essere mafiosi...
Certo, è così. Lo dice ufficialmente la Chiesa.
E magari ad alcuni non piace, dà fastidio...
Può darsi, ma non ci sono mediazioni possibili.
La cosa bella che voglio sottolineare è la reazione delle persone a Corleone e fuori Corleone. Una reazione corale, di grande solidarietà. Ho ricevuto più di 400 messaggi di solidarietà a me e alla comunità di Corleone. Ho apprezzato molto la sottolineatura della comunità di Corleone perché significa che è stata colta l’offesa non tanto e non solo alla persona del parroco, ma all’intera comunità corleonese. Significa che è passata l’idea che la stragrande maggioranza dei corleonesi non ha nulla a che fare con la mafia e con la sua mentalità.
Ieri sera in chiesa c’erano tutti: l’arcivescovo, il sindaco, il prefetto, il questore, i vertici dei carabinieri. È venuto anche il segretario della Camera del lavoro di Palermo, Mario Ridulfo...
Si, ho apprezzato molto la reazione corale, il sottolineare che non si torna indietro dai percorsi di legalità.
Qualche indizio sulla matrice dell’atto sacrilego?
Non riesco a pensare a piste privilegiate. Qualcuno accenna a dei contrasti con alcuni agricoltori per la questione dei livelli. Ma in tutta sincerità non penso che questa possa essere una pista valida.
Nelle omelie parlo chiaro, ma non posso pensare che per questo si incendi il portone della chiesa il giorno di S. Leoluca.
Qualcuno mi ha fatto pensare a riti satanici, che non mi sento di escludere...
Saranno le forze dell’ordine e la magistratura, nelle quali ho grande fiducia, ad indagare e speriamo a fare chiarezza sull’accaduto.
Salutiamo con affetto padre Luca, non prima di avergli donato una copia del libro sulla strage dei sindacalisti assassinati dalla mafia. “Lo leggerò con grande interesse. Ricordo ancora le emozioni di quando siamo stati insieme a Camporeale per ricordare Calogero Cangialosi...”.
Dino Paternostro
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