COME FARE BENE LA RACCOLTA DIFFERENZIATA?
CALOGERO RIDULFO
Il tema della razionale gestione dei rifiuti
è quanto mai attuale nelle moderne comunità, in cui il consumismo sempre più
articolato e complesso pone non pochi dubbi e interrogativi sul corretto
smaltimento dei materiali di scarto, in un’ottica che ci vede proiettati, si
spera, in un futuro non molto lontano, verso il riutilizzo di tutti gli avanzi.
In quella che sembra essere ormai la meta, l’economia circolare.
Fino all’altro ieri, e da molti anni, ero
convinto di essere nel giusto per quel che riguarda il doveroso contributo
civile a cui tutti i cittadini siamo chiamati per l’economia dei rifiuti
domestici. Ma la mattina di un sabato, nella notte
veniva raccolta l’indifferenziata, il servizio pubblico dei vigili urbani suona
a casa mia invitando a ritirare il sacchetto dei rifiuti, non conforme per il
suo contenuto. Si trattava di un richiamo verbale a cui sarebbe seguito, alla
successiva infrazione, l’inevitabile multa da 600 euro.
Nella consapevolezza che può capitare, anche
inconsapevolmente, di sbagliare nella selezione dei materiali da mettere
nell’apposito contenitore, altro non ho potuto fare che svuotare il sacchetto
per visionare attentamente il suo contenuto. Ho riscontrato esservi diverse
bustine di prodotti farmaceutici, della carta forno sporca e unta, qualche
foglio di carta sporca, alcuni fazzolettini da naso, scontrini fiscali, etichette
di carta saldamente legati a plastica, una
latta di alluminio.
La convinzione di cui mi facevo forte veniva
dal fatto che non trovando i dovuti chiarimenti nell’apposito foglietto
esplicativo emanato dal municipio di Corleone per agevolare la selezione da
parte dei cittadini, mi ero documentato consultando i vademecum predisposti
dagli organismi nazionali competenti in materia.
Trovo per esempio che il COREPLA, il Consorzio
Nazionale per la Raccolta, il Riciclo e il Recupero degli Imballaggi in
plastica, chiarisce in maniera inequivocabile che le bustine di integratori e
prodotti farmaceutici, essendo costituite da materiale poliaccoppiato,
impermeabile e generalmente composto oltre che da carta, anche da polietilene e
alluminio, non può essere smaltito nella carta-cartone bensì
nell’indifferenziato.
Il COMIECO, il Consorzio Nazionale per il
Recupero e Riciclo degli Imballaggi a base cellulosica chiarisce che i
fazzolettini di carta, dopo usati, o per motivi di salute o perché sporchi di
sostanze chimiche, vanno conferiti nell’indifferenziato. Mai con carta e
cartone. Lo stesso dicasi, per il
Consorzio, per la carta forno, tanto più se sporca e unta, a meno che sulla
confezione non sia indicato diversamente, come pure per gli scontrini fiscali,
che sono costituiti da carta termica e in quanto tale vanno conferiti
nell’indifferenziato.
Confuso e smarrito, come si conviene nella
terra delle contraddizioni, mi reco prima presso il comando dei Vigili Urbani e
ho successivamente un colloquio telefonico con il responsabile della ditta che
si occupa della raccolta differenziata, ma mi viene ribadito,
inconfutabilmente, che la mia raccolta era inesatta e quindi passibile di multa
pecuniaria.
Non mi resta altra soluzione che
sconfezionare il sacchetto e sistemare i rifiuti incriminati nella carta.
Rimangono intatti i miei dubbi e penso che ad un cittadino che paga le tasse, si
ritiene sensibile ai temi ambientali e si sforza di far bene la raccolta
differenziata, non si debba blandire la clava della multa. Tanto più se non
suffragata da chiarezza informativa. Quando questi argomenta l’incongruità tra
il metodo di raccolta di alcuni materiali da parte di un Ente e le prescrizioni
date dagli Organismi competenti in materia, buona norma sarebbe fugare i dubbi
spiegando le eventuali modalità tecnologiche che stanno alla base del riciclo
nel momento in cui i rifiuti giungono negli stabilimenti di lavorazione. Rassicurare,
con elementi certi, che ad un certo punto del processamento di questi
materiali, la separazione della carta dal poliaccoppiato (sicuramente non
compatibili fra loro), piuttosto che dalla carta forno che oltretutto contiene
percentuali di silicone, nonché dagli scontrini che presentano una chimica
differente, avvenga in maniera corretta.
Questo succede già nell’agroalimentare ed è
un processo noto con i termini di tracciabilità e rintracciabilità. Sarebbe importante
che il Comune andasse in questa direzione, perché per il principio generale
della trasparenza una scelta in tal senso non farebbe che migliorare il dialogo
tra le istituzioni e i cittadini, che sentendosi più coinvolti darebbero magari
un apporto più proficuo nello sforzo di tenere pulito il territorio e
l’ambiente.
Calogero Ridulfo
p.s. Come mai a Corleone una risorsa
importante come l’alluminio non si riesce ancora a separare
dall’indifferenziato.
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