Palermo - Un portone devastato dal fuoco, molto di più di un semplice e deprecabile atto vandalico: una ferita alla comunità. Ieri mattina, Corleone si è risvegliata con la notizia di uno sfregio. La chiesa di Sant’Agostino è stata danneggiata da un rogo che ha bruciato il portone d’ingresso, proprio nel giorno della festa del santo protettore dei corleonesi, il monaco bizantino Leoluca. Immediato l’intervento, provvidenziale, dei vigili del fuoco e della polizia che ha avviato le indagini. Il gesto è doloso. Perché? Ecco la domanda che interroga, con inquietudine, i fedeli e non solo. La Chiesa, da anni, qui, è fortemente impegnata sul cammino della reazione morale alla mafia, per cancellare il mito sanguinario di una storia criminale e dei suoi protagonisti. Chi può averla colpita?
Il parroco, don Luca Leone, fin dall’inizio della pandemia si è speso, ancora di più, per organizzare gli appuntamenti religiosi, con la prudenza necessaria, pur di garantire il sostegno in una stagione tremenda. «Certamente – ha detto don Luca – questo non farà mancare la preghiera per questa città e anche per questi ignoti vandali, affinché per intercessione del Santo Monaco bizantino, il pentimento del male fatto porti frutti nuovi di conversione». In prima linea, la Chiesa di Monreale che, per mezzo della Caritas diocesana e in partenariato con Confcooperative Sicilia, si è impegnata nella valorizzazione e gestione dei beni culturali ecclesiali. 'Questa terra sarà bellissima' è un progetto di sviluppo di comunità, sostenuto con i fondi 8xmille.
Il vescovo, monsignor Michele Pennisi, ha fatto sentire la sua voce con forza: «Sembra profetico questo progetto per Corleone, esso nasce dal desiderio di offrire la 'via della bellezza', coniugata con la legalità e la solidarietà, e la fatica della lotta alla durezza e brutalità di simili gesti, come quello di oggi, ci fanno capire che siamo sulla via giusta». Ieri sera monsignor Pennisi, è intervenuto per celebrare la ricorrenza di san Leoluca. Ecco il monito contenuto nella sua omelia: «Desidero esprimere la mia piena solidarietà a don Luca Leone e a tutta la comunità ecclesiale e civile diCorleone, che festeggia il suo patrono, per questo assurdo attentato incendiario, che non ci intimidisce ma ci sprona maggiormente a impegnarci per la promozione della legalità e del bene comune».
Non si è fatta attendere la solidarietà delle istituzioni. «Sdegno e condanna per il vile atto incendiario ai danni della chiesa di Sant’Agostino a Corleone nel giorno della festa patronale». Sono le parole del presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, che ha chiamato al telefono il sindaco, Nicolò Nicolosi e lo stesso arcivescovo. «A qualcuno – ha detto Musumeci – forse starà dando fastidio l’intesa con la quale le Istituzioni civili e quelle religiose lavorano da anni per restituire serenità alla comunità corleonese. Sono sicuro che l’atto sacrilego non impedirà il percorso virtuoso avviato». Anche il sindaco metropolitano, Leoluca Orlando, ha espresso «solidarietà al sindaco di Corleone Nicolò Nicolosi, all’arcivescovo Michele Pennisi e alla cittadinanza del Comune di Corleone, per lo spregevole attentato incendiario di ieri notte ai danni della chiesa di Sant’Agostino - oratorio Madonna del Soccorso - che ha causato gravi danni al portone e parte della facciata della chiesa». L’abbraccio della vicinanza è arrivato da tutti, dalle associazioni, dalle confraternite, dai giovani. Corleone vuole spegnere le fiamme della violenza, non la sua rinascita.
Avvenire, 2 marzo 2021
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