Macaluso alla giornata della memoria
Ripubblichiamo la nota di Emanuele Macaluso dove ci parla del suo viaggio a Portella della Ginestra del 1 maggio 2019 e della partecipazione alla PRIMA GIORNATA DELLA MEMORIA DEI SINDACALISTI ASSASSINATI DALLA MAFIA IN SICILIA. In quell'occasione ha apprezzato molto l'iniziativa e la mia relazione, di cui ha voluto copia. Emozionante. (dp)
di EMANUELE MACALUSO
Come vi avevo annunciato, nei giorni scorsi sono stato a Palermo per
partecipare ad alcune iniziative della Cgil. Il 29 aprile la Camera del Lavoro
ha organizzato la presentazione del mio libro dedicato alla strage di Portella
della Ginestra ed è stato un primo momento di discussione sugli anni in cui il
sindacato in Sicilia svolse un ruolo straordinario. Il 30 aprile è
stato l’anniversario dell’uccisione di Pio La Torre e Rosario Di Salvo (1982).
Si sono svolte due manifestazioni. Di mattina, nel grande atrio del palazzo dei
Normanni, sede dell’Assemblea regionale siciliana, promossa dalla Fonda zione
Pio La Torre, si è svolto un raduno, con la partecipazione di istituzioni
statali e regionali, del sindaco di Palermo e di alcune scolaresche d’Italia,
per ricordare l’opera di Pio e di Rosario e per fare anche un punto si cosa è
oggi la mafia e cosa è questa lotta non solo in Sicilia.
Ci sono stati impegnati interventi del segretario della Cdl Enzo Campo e del segretario regionale Cgil Michele Pagliaro. Il sindaco Leoluca Orlando ha comunicato che il Comune dedicherà ad ogni caduto una strada in un grande quartiere della città. Ho concluso un dibattito davvero interessante e a me pare che sia maturata, nel movimento sindacale, la coscienza, e la memoria, di quel che è stato il travagliato movimento sindacale e politico in Sicilia in modo che si possa aiutare a costruire un avvenire migliore.
Il Primo Maggio a Piana degli Albanesi si è svolta una bella e grande
manifestazione con la partecipazione di tanti compagni e cittadini di molti
Comuni, la banda in testa al tradizionale corteo arrivato sulla spianata di
Portella. Per me è stata una grande emozione. Ho incontrato compagni che
conobbi in tanti anni della mia vita, uno di loro ancor più anziano di me, 99
anni, ancora attivo nella lotta politica e sociale di Piana degli Albanesi.
Era il 1948 quando, dopo la strage dell’anno precedente, andai per la prima
volta a Piana dove, nella Casa del Popolo, è conservata in una teca la bandiera
rossa dei fasci siciliani. Quest’anno, tanta gente e molti giovani. Ho parlato
dal masso di Barbato per ricordare cosa fu in quegli anni il movimento
sindacale e i tentativi fatti dal blocco reazionario e conservatore per renderlo
impotente con le stragi e l’uccisione di tanti capilega e con le persecuzioni
scelbiane. Ma furono respinti da un movimento che dimostrò di avere radici
profonde allora radici. Infatti le lotte contadine ed operaie, dopo quella
strage, continuarono a segnare la vicenda siciliana.
Ho anche ricordato che nel 1947 c’era l’unità sindacale spezzata dalla
guerra fredda, sul piano internazionale e nazionale, e dalle posizioni
contrapposte che assunsero i partiti che avevano un riferimento nella Cgil
unitaria. Oggi non ci sono più i motivi che giustifichino la divisione. Lo ha
spiegato moto bene Maurizio Landini nella giornata del Primo Maggio. Spero che,
ricordando anche Portella , il processo unitario faccia passi avanti per dare
al sindacato, in questo difficile momento politico, più forza al mondo del
lavoro e alla democrazia italiana.
(EM.MA. corsivo, 3 maggio 2019)
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