di Patrizia Gariffo
Come Garante dei disabili del Comune di Monreale e coordinatore dell’ambulatorio gravi disabili del Policlinico Paolo Giaccone di Palermo ho subito condiviso e portato avanti l’iniziativa del collega Pietro Colletti, una petizione che collochi ai primi posti nel piano vaccinale le persone con disabilità. La raccolta firme, lanciata sul sito change.org, ne ha già raccolte tantissime ed è stata condivisa da medici, infettivologi, psichiatri e tecnici della riabilitazione psichiatrica.
Salvatore Porrovecchio
Lo scorso 7 gennaio il commissario Arcuri ha dichiarato che per le persone con disabilità le vaccinazioni dovranno iniziare a febbraio, ma da allora nessuno è più tornato sull’argomento. Non lo nascondo: il timore di essere lasciati indietro c’è. Sono stati lanciati appelli e petizioni come quella di Pietro Colletti, direttore dell’unità operativa di Malattie infettive Covid di Mazara e Marsala, sostenuta pure da Porrovecchio, dalla Federazione italiana per il superamento dell’handicap, dalla Federazione tra le associazioni nazionali delle persone con disabilità, dall’Associazione nazionale famiglie di persone con disabilità intellettiva e/o relazionale, dalla Lega del filo d’oro e dall’Associazione italiana persone con sindrome di Down. «Il 4 gennaio la presidenza del Consiglio dei ministri presso la segreteria dell’Ufficio per le politiche in favore delle persone con disabilità ci ha informato di avere segnalato al commissario all’emergenza e al ministro della Salute la nostra istanza, cosicché da febbraio i disabili gravi e i loro caregivers possano accedere in modo prioritario alla vaccinazione», scrive il Garante di Monreale. Dopo questo passo il dottor Colletti è stato ricevuto dalla deputata Margherita La Rocca Ruvolo, presidente della commissione Salute dell’Ars, che si è attivata affinché il servizio sanitario trovi uno strumento per rendere tutto operativo. «Conosco personalmente la dottoressa La Rocca Ruvolo e so che sta lavorando per consentire che la nostra istanza diventi realtà», spiega il nostro lettore. Un altro passo perché si proceda è l’accordo che la Regione sta siglando con i sindacati dei medici di famiglia per vaccinare a domicilio i soggetti più fragili.
«Occupandomi da oltre quindici anni di tali pazienti, so per certo che le probabilità di decorso grave della malattia e di decesso sono più elevate a causa di varie patologie», afferma. In Italia ci sono circa 700mila disabili gravi, una gran parte di loro vive in famiglia e non può contare su un’assistenza diversa da quella dei conviventi, quindi «è necessario includere queste persone nel piano vaccini con accesso prioritario in condizioni di sicurezza e agibilità nel rispetto delle differenti disabilità», conclude Porrovecchio.
La Repubblica, 21 gennaio 2021
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