Toti Costanzo durante un intervento
di MICHELE
GIULIANO
Si è spento
all’età di 81 anni Toti Costanzo a causa di un male incurabile, che aveva
scoperto recentemente. Uomo da sempre nel fulcro dell’attività politica,
sociale, istituzionale e culturale di Partinico. Docente in pensione di
educazione fisica, è stato da sempre un esponente di spicco della sinistra
nonostante le ultime evoluzioni avessero un pò diviso questa fazione politica.
A Partinico
è stato consigliere comunale del Partito Comunista italiano in diverse
legislature tra il 1970 e il 1993, vicesindaco dal ’91 al ’93 e ancora
assessore dal 1998 al 1999 al fianco dell’indimenticato sindaco Gigia Cannizzo.
Prima, in mezzo e dopo una vita spesa per la comunità, al fianco soprattutto
dei più deboli, con quel travaglio interiore che è sorto specie negli ultimi
anni in cui la sinistra, quella che lui intendeva come la roccaforte dei valori
a sostegno dei più deboli, è venuta un pò a liquefarsi nel magma delle decine e
decine di partiti e partitini.
E’ quello
che si può definire una delle ultima bandiere del Pci che fu di grandi
personaggi di spessore come Enrico Berlinguer. Ultimamente si era un pò
allontanato dalla politica, non perdendo però la necessità di schierarsi, far
conoscere le proprie idee con l’obiettivo non di denigrare l’avversario
politico ma semplicemente di offrire spunti di riflessione. In ciò che diceva
traspariva sempre la grande passione che dava a Costanzo quella dimensione di
un Uomo che con il suo attivismo politico e civile ha contribuito a scrivere la
storia degli ultimi 60 anni di Partinico.
A parte il
suo impegno istituzionale in prima persona, Toti Costanzo ha lasciato una
traccia importante per questa città, un vero esempio nel contesto di un
territorio da sempre apatico e poco incline al coraggio di far conoscere le
proprie idee. Lui si è schierato apertamente contro il mattone selvaggio che ha
inondato Partinico sin dagli anni ’50; ha apertamente lottato contro la
distilleria Bertolino, per la sua posizione all’interno del centro urbano
incompatibile con il territorio; si è schierato contro la mafia, in anni in cui
impazzavano le mucche sacre e ancora per le strade di Partinico si sparava per
regolare i conti.
E’ stato un
sostenitore convinto di certe metodologie del pensiero di Danilo Dolci, il noto
sociologo triestino che sfiorò il Nobel per la pace, e del suo famoso “sciopero
alla rovescia”. Al punto che, a proposito di bandiere, ancora oggi faceva parte
del “Comitato Invaso Poma”, organismo nato con l’obiettivo di difendere la diga
Jato e l’acqua per i suoi agricoltori, opera pubblica nata proprio per mano di
Dolci. Fu uno dei più strenui “nemici” della Democrazia Cristiana, negli anni
in cui rappresentava la quasi totale egemonia politica a Partinico e non solo.
Costanzo non
è stato mai però un uomo dalle ideologie con i paraocchi: ha infatti ammesso
anche le pecche del “suo” Pci, specie quando morì per mano mafiosa nel ’78
Peppino Impastato: il partito fu accusato di aver lasciato solo il militante di
Democrazia proletaria. E’ stato tra i fondatori dell’emittente televisiva
Telejato, che gestì in prima persona sino agli anni 2000 con altri compagni e
amici.
La sua
passione per la comunicazione è stata sempre forte: ha fondato il giornalino
“Sala Rossa”, ancora oggi in vita non più in formato cartaceo ma on line, e “Il
giornale della Valle dello Jato” con cui si schierò apertamente e con forza
contro la demolizione del bellissimo Palazzo Scalia, immobile simbolo del
famoso film “Il giorno della civetta”. Toti Costanzo lascia un vuoto
incolmabile per un intero territorio. La salma sarà trasferita a Partinico nel
primo pomeriggio di oggi, domani alle 10,30 in chiesa Madre si terranno le
esequie.
www.partinicolive.it, 9 dicembre 2020
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