Claudio Fava
CLAUDIO FAVA *
“Ancora una volta dobbiamo registrare come il luogo comune che considera i
depositi dei siti museali come semplici magazzini sia duro a morire. Preoccupa
molto che questa visione sia portata avanti dall’assessore ai beni culturali
della regione siciliana che, con un provvedimento del 30 novembre, rende
disponibili all’uso privato i materiali conservati nei depositi dei musei
regionali. Una scelta pericolosa ed avventata. In questo siamo confortati dalle
preoccupazioni espresse dal mondo accademico e in particolare contenute in un
dettagliato intervento del professore Salvatore Settis.
Preoccupa, in particolar modo, la superficialità con cui ci si approccia ai
beni in deposito come se si trattasse di vecchie cantine da
"sbarazzare" e dei bene ivi contenuti trattati a modo di
cianfrusaglie impolverate. In realtà i depositi sono inestimabili scrigni per
le attività di ricerca e di studio, attività che rischierebbero di venir meno
con una parcellizzazione dei reperti. Per tacere dei rischi connessi
all’esposizione dei reperti in siti non sicuri.
Infine ci pare azzardato assegnare a tirocinanti universitari il compito di
stilare gli elenchi dei beni da poter mettere a bando. La valorizzazione del
nostro patrimonio non può passare da improvvisazioni né da una mercificazione
dello stesso ma da un investimento in ricerca. Chiediamo all'assessore
regionale di ritirare il bando e la delibera e di impegnarsi per garantire il
massimo sostegno alle attività dei poli museali della nostra regione.
Per questo motivo ho indirizzato due lettere: la prima al presidente della
V commissione dell’ars affinché si calendarizzi una approfondita discussione
sulla materia, l’altra al ministro Franceschini affinché, pur nel rispetto
dell’autonomia regionale, possa intervenire sulla vicenda."
* parlamentare all'ARS, presidente della commissione antimafia regionale
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