Il tenerissimo disegno di due bambini, Francesco e Ignazio Gaudiano,
dedicato allo "zio" Pippo, cui volevano tanto bene
PIETRO RAGUSA
“ …..Il virus non si accontenta di uccidere,
cambia anche la liturgia della morte. Infatti si muore clandestinamente. Nessun
parente è accanto al letto d’ospedale, nessun saluto è possibile…. E’ vero che
si muore sempre da soli, ma qui è diverso: per la prima volta la morte è
talmente singolare da diventare pura notizia senza liturgia, statistica, nuda
comunicazione da un altrove, semplice scomparsa. Cancellando l’imponenza tragica del trapasso,
restringendo il lutto a evento individuale, spogliando la morte dei suoi
effetti sociali, del suo significato collettivo, delle simbologie culturali.
Riducendola, infine, a semplice fatto biologico. Denudata dai riti, dalla
condivisione, dalla preghiera e dal commiato, la morte si prosciuga di ogni sua
valenza sociale, riassunta in quel momento di riflessione comune davanti alla
bara sull’esperienza umana che si è appena conclusa, e riunisce un’ultima volta
nel rito il suo riverbero negli affetti, nell’amore, nell’amicizia. Qualcosa
che resta, perché è qualcosa che vale ….”.
Questo brano è tratto dal libro di Ezio Mauro
“Liberi dal Male – il virus e l’infezione della Democrazia” che ho letto
qualche mese fa. E da domenica scorsa, il giorno della scomparsa di Pippo, mi
torna prepotentemente in mente, perchè questa volta la narrazione non riguarda
un fenomeno sociale, un fatto storico, un evento che riguarda altri (di cui il lettore prende atto), ma riguarda
noi, siamo stati coinvolti. E’ stata
colpita la sfera dei nostri
affetti, delle nostre amicizie, della nostra storia.
Ho conosciuto Pippo all’I.T.C. di Bisacquino
durante il mio corso di studi. Lui è arrivato nella nostra classe al 3^ anno. Il biennio lo aveva fatto a
Castelvetrano dove viveva con la sua famiglia. Abbiamo fatto subito amicizia ed
è nata un’empatia che è durata per sempre. Oltre agli studi ci hanno unito fin
da subito la passione per la musica, la grande musica degli anni 70/80, i
Pink Floyd, la PFM, i cantautori. In più
mi affascinava il fatto che Pippo sapesse suonare la chitarra ed era anche bravo! Aveva
imparato a Castelvetrano negli studi dei “Dioscuri” (gruppo musicale all’epoca
molto affermato). Spesso i pomeriggi ci
si incontrava per studiare .. ma si finiva per ascoltare musica. La sua passione per la musica e la sua
bravura nel suonare la chitarra l’avevano spinto infatti a formare con altri
tre amici il suo primo gruppo musicale a
Bisacquino: “Le aquile nere”.
In quegli anni con Pippo abbiamo condiviso un
po’ tutto, il movimento degli studenti, gli scioperi per i riscaldamenti a scuola,
le battaglie per rivendicare l’autonomia
gestionale dell’Istituto (all’epoca I.T.C. di Bisacquino era una sezione
staccata del F. Ferrara di Palermo) e anche la tradizionale festa di Natale che ogni
anni le quinte classi organizzavano coinvolgendo tutto l’Istituto. L’anno che è toccato alle nostre V^ classi, con Pippo abbiamo messo su una recita
natalizia satirica che faceva un po’ il verso ai nostri docenti …con qualche
rischio. I nostri compagni erano convinti infatti che i professori si sarebbero
vendicati .. invece è andata bene: all’esame di maturità prendemmo il massimo
dei voti.
Dopo il diploma le nostre strade si sono
divise, all’Università abbiamo scelto discipline diverse ma per il resto non ci siamo mai persi di vista. La comune
passione per la politica e per il nostro territorio ci ha tenuto sempre in
contatto, prima come giovani redattori del “Giornale del Corleonese” fondato dal pioniere Giuseppe Cerasa
(diventato poi grande giornalista de La Repubblica) , poi con un impegno diretto
nella politica e nel sindacato. Pensavamo, infatti, assieme a tantissimi altri
giovani, che bisognava impegnarsi per cambiare il nostro territorio, la zona
del Corleonese, sentivamo il bisogno di
combattere per fare uscire dal sottosviluppo i nostri Comuni. Sentivamo
che anche noi avevamo il diritto di vivere in territori dove ci fossero servizi efficienti per i cittadini, il lavoro
per i giovani, infrastrutture efficienti, sviluppo economico.
Queste passioni hanno portato poi Pippo ad
impegnarsi direttamente nella gestione della cosa pubblica. Infatti per diversi
anni è stato vice-sindaco a Bisacquino durante la sindacatura di Salvatore
Selvaggio e successivamente ha collaborato con il sindaco Filippo Contorno. Fu un periodo di
rinnovamento in cui si sono insediate nella zona del Corleonese, anche se in
periodi diversi, amministrazioni civiche con orientamento politico di centro
sinistra: Salvatore Pollichino a Chiusa Sclafani, Pippo Cipriani a Corleone.
Ricordo che fu un periodo molto intenso, ci
si sforzava di elaborare piattaforme di
sviluppo del nostro territorio, ci impegnavamo a stimolare ed a concretizzare quello
in cui credevamo, le aree artigianali, i percorsi turistici, la viabilità, il miglioramento dei servizi, il
superamento dei campanilismi tra i vari Comuni del Corleonese al fine di creare
un’entità zonale riconoscibile.
Penso che questa esperienza sia stata
fondamentale per la formazione politica e personale di ciascuno di noi, e anche di Pippo. In
quegli anni infatti sono nate delle iniziative economiche molto importanti
anche per il nostro territorio, come i “I Patti Territoriali” che hanno
consentito alla nostra zona di beneficiare di finanziamenti CEE per la
creazione di iniziative di sviluppo imprenditoriale. Sono nati poi i progetti
“Leader” che hanno visto Pippo tra gli animatori più impegnati nella
progettazione ed attuazione degli obiettivi, ma non solo, Pippo Vetrano è
diventato un profondo conoscitore della normativa del settore, un punto di
riferimento per chiunque volesse accedere ai fondi comunitari per lo Sviluppo
Locale e delle aree rurali.
Questa sua professionalità è stata
riconosciuta ed apprezzata da Sindaci, Amministratori Locali, operatori
economici ed associazioni professionali di tutto il territorio siciliano e lo ha
proiettato a lavorare ed animare il GAL Sicani – Distretto Rurale.
Un’associazione di 94 comuni che comprende un vastissimo territorio tra le
province di Palermo ed Agrigento con l’obiettivo di promuovere lo sviluppo
Locale secondo le linee guida dei PSR.
Ci siamo incontrati con Pippo lo scorso mese
di luglio a Corleone, grazie a Dino Paternostro che aveva promosso un incontro
con alcuni amici. Si voleva discutere della necessità di riprendere le fila di
un ragionamento nel territorio, per dare una scossa, per sondare la nostra
voglia di fare qualcosa. Pippo come al solito ha dato la sua disponibilità, ha messo
a disposizione la sua voglia di fare, la
sua voglia di pensare al domani.. al futuro.
L’incontro lo abbiamo concluso in pizzeria davanti
ad un bicchiere di birra. Non sapevo che sarebbe stata l’ultima birra che avrei bevuto in compagnia di mio compare
Pippo (cosi ci chiamavamo).
Caro Pippo, questo virus maledetto si è
portato via il tuo corpo ma non può portare via la tua storia, la nostra storia, il nostro vissuto. Quello
appartiene a tutti noi, alla tua famiglia, ai tuoi amici, a chi ha avuto la
fortuna di conoscerti e che sempre ti ricorderà.
Pietro Ragusa
2 commenti:
Complimenti a Pietro e un caro ricordo a per Beppe (r.i.p.)
Complimenti a Pietro e un caro ricordo per Pippo (r.i.p.)
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