Toti Costanzo
GIANLUCA PERLONGO
La cittadina
partinicese perde un punto di riferimento non solo politico ma sociale, anni di
impegno a favore degli ultimi e dei lavoratori, il suo profilo disegnato da
Gianluca Serra
C’è anche la perdita
di Toti Costanzo a rendere ancora più funesto il 2020 della comunità
partinecese. Personaggio eclettico e storico esponente del Partito Comunista
locale, Costanzo è venuto a mancare a seguito di una malattia con cui da
diversi mesi stava lottando, la sua ultima battaglia si è tuttavia spenta nelle
scorse ore lasciando un grande vuoto ed impoverendo il tessuto culturale e
sociale già particolarmente arido della città per cui ha combattuto sempre al
fianco degli ultimi.
A tracciare un profilo
di Toti Costanzo è il dr. Gianluca Serra, amico di Toti ed autore del libro
fotografico “Partinicovid20” la cui presentazione – era il luglio scorso –
coincide con l’ultima apparizione pubblica di Costanzo in quello che è stato un
ritrovarsi collettivo e nella denuncia delle ferite di Partinico e nel ricordo
vivo delle tante lotte portati avanti in oltre 50 anni di impegno civile.
«E’ una notizia che mi
addolora molto, ero particolarmente legato a Toti Costanzo, ci incontrammo per
la prima volta nel 1999 in occasione della presentazione del mio libro “I
pazzi”, lui era vicesindaco ed assessore alla cultura della giunta guidata da
Gigia Cannizzo. E’ stata una persona di straordinaria apertura mentale
formatosi nella matrice del pensiero comunista quando il partito comunista era
non solo un contenitore politico ma anche una scuola di cultura che formava i
suoi quadri attraverso una rete territoriale molto capillare, Toti era un
professore di educazione fisica ma con una grandissima conoscenza del
territorio e dei problemi sociali e politici di quest’ultimo, per quella che è
stata la mia esperienza insieme a lui posso dire che una delle sue più grandi
virtù è stata la coerenza: ha saputo essere fedele fino in fondo ai principi
cardine del comunismo che sono i principi che infondo derivano dal
cristianesimo come la fratellanza e l’uguaglianza, ma soprattutto di un ordine
sociale che si basa sulla libertà e non su uno ostato molto presente se non
livellare le differenze di ceto e di classe.
Vorrei sottolineare inoltre la straordinaria dedizione di Toti Costanzo al
bene comune in tutte le sue forme, specie in quella estetica, vale a dire la
forma dell’arte, dei beni monumentali, della cultura, è sempre stato molto
sensibile a questo fino alla fine insieme al comitato per il Palazzo Ra e da
ultimo quello che si puo’ considerare il suo testamento politico, vale a dire
la presentazione del mio libro. Mi sarebbe piaciuto vedere Toti Costanzo nella
successiva compagine politica amministrativa di Partinico, Costanzo sindaco
sarebbe stato un segnale importante per un paese che non riesce a digerire il
suo passato e che si trova incapace di utilizzare giovani come risorsa, giovani
che spesso replicano gli errori dei padri. Toti, pur tra mille contraddizioni
che certo ognuno di noi incarna, avrebbe potuto portare con autorevolezza un
messaggio di cambiamento nel paese, purtroppo non ne ha avuto l’occasione ma
rimane un esempio , un faro accesso che possiamo seguire, la prima cosa da fare
iniziare il processo per intitolargli una via o una piazza perchè è un
personaggio che lo merita.»
https://www.iltarlopress.it,
9 dic 2020
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