Adriano Rizza, Segretario regionale Flc Cgil Sicilia
Palermo, 16 novembre 2020 – La Flc
Cgil Sicilia incontrerà, a partire da domani, i lavoratori del mondo della
scuola. I temi delle assemblee riguarderanno: il contratto integrativo sulla
didattica digitale integrata e l’intesa politica che prevede altresì la
consultazione dei lavoratori; il rinnovo del contratto nazionale del lavoro; la
sicurezza nella scuola al tempo del covid19; le problematiche che riguardano i
lavoratori Ata; le novità del sistema pensionistico alla luce della nota
operativa 36103 del 13 novembre del 2020 pubblicata dal Ministero
dell’Istruzione per il personale della scuola che dal 1° settembre 2021
sarà collocato in pensione.
Tutte le assemblee sindacali si
terranno in videoconferenza e vedranno la partecipazione dei vertici nazionali
della Flc Cgil, oltre che dei segretari generali delle rispettive province.
“In questi mesi – dichiara il
segretario regionale Adriano Rizza – è stato fatto un grande lavoro da tutti i
lavoratori del mondo della scuola, dai dirigenti, ai docenti al personale Ata
delle 831 scuole siciliane per garantire agli studenti un avvio regolare delle
attività didattiche in presenza. Purtroppo la seconda fase della pandemia, che
gli esperti avevano più volte annunciato, avrebbe meritato maggiore attenzione
da parte delle forze politiche. Così non è stato e a pagare ancora una volta le
conseguenze saranno gli studenti e i lavoratori”.
“A seguito della prima ondata del
covid19 – aggiunge – l’Italia è il Paese che ha mantenuto più a lungo le scuole
chiuse e con la seconda ondata siamo il primo Paese europeo a chiuderne una
buona parte. Il sovrapporsi di norme come Dpcm e ordinanze regionali e comunali
ha creato una grande confusione che ha disorientato studenti e personale
scolastico, ma soprattutto le famiglie che vivono con grande apprensione questo
momento così complicato”.
“I diritti all’istruzione e alla
salute – conclude Rizza – rappresentano per noi un binomio inscindibile. Ma per
fare questo bisogna tornare a investire in questi due settori fondamentali del
pubblico impiego. Settori che negli ultimi anni sono stati considerati come il
bancomat per risanare una crisi economica sicuramente non causata né dai medici
né dai nostri docenti”.
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