Manifestazione antirazzista ed antifascista a Ragusa
di PIETRO SCAGLIONE
Mentre a Ragusa si festeggia la fine dell’indagine su 50
manifestanti antifascisti, a Palermo associazioni, movimenti, centri sociali,
artisti, sindacalisti e politici si mobilitano per Chadli Aloui, attore,
studente universitario e istruttore di Boxe, che rischia la “sorveglianza
speciale” dopo anni di lotte sociali e politiche.
A Ragusa tra i 50 indagati per “adunata sediziosa” e
“manifestazione non autorizzata” figuravano anche l’ex presidente del Tribunale
ibleo Michele Duchi, il segretario provinciale dell’Anpi Gianni Battaglia, il
segretario provinciale della Cgil Peppe Scifo e 2 giornalisti. L’accusa era
scaturita da un dossier della Digos dopo il sit-in antifascista del 7 Gennaio
2018. Ma il Presidente provinciale dell’Anpi aveva annunciato pubblicamente i
motivi e gli orari del presidio. I manifestanti intendevano contestare un
corteo di Forza Nuova, mentre i giornalisti erano sul luogo per lavoro, per
esercitare il diritto di cronaca.
La Procura di
Ragusa aveva chiesto l’archiviazione con la formula della “lieve entità del
reato”, ma gli avvocati degli indagati si erano opposti alla richiesta della
Procura, chiedendo una diversa formula di archiviazione. Il Gip del Tribunale
di Ragusa, Andrea Fusco, ha accolto le richieste della difesa e ha disposto
l’archiviazione dell’indagine per “infondatezza del reato”.
Ai manifestanti è stato riconosciuto il “mero diritto di
libertà di manifestazione del proprio pensiero”, mentre ai giornalisti è stato
riconosciuto il “diritto-dovere di cronaca”.
Da Ragusa a Palermo. Nel capoluogo siciliano un presidio
e un appello per gridare: “L’impegno sociale non è pericolo sociale. No alla
sorveglianza per Chadli!”.
La mobilitazione riguarda Chadli Aloui, attore teatrale,
studente universitario di Lettere e istruttore di Boxe nella Palestra Popolare
di Palermo.
Nello spettacolo teatrale “Mario e Sahel” (del regista
Saverio La Ruina), Chadli Aloui interpreta il protagonista che si interroga
sulle sfide della società multietnica e multiculturale, sulla solidarietà,
sull’accoglienza e sulla convivenza tra mondi differenti.
Nello spettacolo “Fuoco”, Chadli interpreta Noureddine
Adnane, un venditore ambulante straniero morto per una protesta estrema contro
le ingiustizie. Tra gli altri suoi ruoli, Chadli Aloui si occupa di pugilato
come metafora del riscatto sociale in “All’Angolo” (regia di Civilleri-Lo
Sicco) e delle condizioni dei detenuti del carcere minorile Malaspina in
“Fiesta” (regia di Giuseppe Massa, nell’ambito del progetto “Il Palcoscenico
della Legalità”).
Nella vita quotidiana, Chadli Aloui si occupa di
volontariato e sport, insegnando la Boxe nei locali della Palestra Popolare di
Palermo, una meritoria realtà del centro storico che aiuta i giovani
palermitani e stranieri a trovare nell’attività sportiva una distrazione, un
riscatto e una realizzazione.
Infine, come studente universitario di Lettere, Chadli
Aloui è impegnato nelle lotte per il diritto allo studio, per l’antifascismo,
per l’antirazzismo e per la partecipazione giovanile alle decisioni
dell’Ateneo.
Per questi motivi, il 17 novembre, alle ore 9.30, in Piazza
Vittorio Emanuele Orlando, davanti al Palazzo di Giustizia di Palermo, vi sarà un presidio per chiedere al Tribunale
di “rigettare l’istanza di sorveglianza speciale nei confronti di Chadli Aloui,
per la sua libertà e per quella di tutti noi”.
All’appello finora aderiscono associazioni come l’Anpi
Palermo Comandante Barbato, l’Arci Link, i centri sociali Anomalia ed Ex
Karcere di Palermo, il Teatro Mediterraneo Occupato, il Coordinamento Studenti
Medi di Palermo, collettivi universitari siciliani e di altre regioni, la
Palestra Popolare di Palermo, il Laboratorio Zen Insieme, i centri sociali del
Nord Est e altri centri sociali di altre città italiane.
Fitto anche l’elenco di rappresentanti del mondo della
cultura. Ecco alcuni esempi: fumettisti come Zerocalcare, scrittori come Davide
Enia, Lanfranco Caminiti e Davide Ficarra, registi come Gianfranco Perriera,
Umberto Cantone e Claudio Collovà, attrici come Giuditta Perriera e Stefania
Blandeburgo, cantanti come il rapper Cristian Picciotto Paterniti, attori come Filippo Luna e Giuseppe
Provinzano.
Si mobilita anche il mondo della politica. Tra i primi
firmatari dell’appello, figurano: il deputato regionale Tancredi Sergio, il
presidente della Prima Circoscrizione di Palermo Massimo Castiglia, il
segretario provinciale di Rifondazione Comunista Vincenzo Fumetta, la
presidentessa di Sinistra Comune Stella Amato, il portavoce del Palermo Pride
Luigi Carollo, il dirigente palermitano di Potere al Popolo Pietro Milazzo, il capomissione
della Mediterranea Saving Humans Luca Casarini, il segretario provinciale del
Partito Comunista di Livorno Lenny Bottai, il movimento indipendentista Antudo,
i No Muos di Palermo, il Fronte della Gioventù Comunista di Sicilia, le sezioni
di Palermo e Caltanissetta del Partito Comunista dei Lavoratori.
A livello
sindacale aderiscono, tra gli altri: l’Unione Sindacale di Base di Palermo e
Catania, l’Unione Inquilini di Messina, lo Slai Cobas di Palermo, il SI Cobas
di Messina, il segretario della Fiom CGIL di Messina
Daniele David, il coordinatore regionale dell’Area Democrazia e Lavoro della
Cgil Saverio Cipriano, il rappresentante dell’USB siciliana Sandro Cardinale,
il coordinatore delle RSU-FIOM della Fincantieri Palermo Serafino Biondo e il
sindacalista della Cgil Medici Franco Ingrillì.
Ma l’appello in difesa di Chadli Aloui raccoglie anche le
firme di giornalisti, docenti universitari, insegnanti, avvocati, antropologi e
rappresentanti del tifo organizzato.
PIETRO
SCAGLIONE
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