Il dossier anticipato su Famiglia Cristiana
Roma, 25 nov. (askanews) - Sempre più piccole imprese rischiano di finire nelle mani di mafiosi e usurai. Le proposte "irrituali" di acquisto o di rilevazione di quote dall'azienda sono passate dal 9% di giugno al 19% di adesso, mentre i danneggiamenti nello stesso periodo sono passati dal 4% al 12%. È' quanto emerge da un'indagine della Confcommercio di Milano, Monza, Lodi e Brianza, anticipata dal prossimo numero di Famiglia Cristiana in edicola da domani, che sarà presentata alla presenza del prefetto di Milano Renato Saccone e della coordinatrice della Direzione distrettuale antimafia di Milano Alessandra Dolci il 26 novembre. Nell'ampia inchiesta che il settimanale dedica al fenomeno si dà conto delle nuove forme che usurai e malavita organizzata stanno sperimentando per approfittare della crisi economica, favoriti dalle promesse mancate da parte dello Stato e dall'inerzia delle banche: dall'acquisto del negozio a prezzi stracciati o, al contrario, alla cessione di prestiti a tassi bassissimi ai fini di ottenere consenso sociale: la mafia "benefattrice" che così può ampliare il proprio bacino di voti e costringere le vittime a rendere il favore coinvolgendole in attività criminali. Un sistema terribile di controllo viene denunciato da Tommaso De Simone, presidente della Camera di commercio di Caserta: "Lo strozzino fa lavorare i figli della vittima presso aziende compiacenti, trattenendo i loro stipendi fino a quando il debito non sarà estinto". La procuratrice Alessandra Dolci lancia infine l'allarme sul settore sanitario, uno di quelli più esposti a infiltrazioni criminali: "non abbiamo elementi di prova conclamati, ma è un'ipotesi di lavoro che possano esserci in circolazione dei tamponi non idonei a testare la presenza del virus. Monitoriamo con massima attenzione questo campo, quello della sanificazione degli edifici e lo smaltimento di rifiuti tossici, delicati perché incidono sulla salute". Apa 20201125T113213Z
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