L'Opera Pia SS. Salvatore di Corleone
Nominare un commissario ad acta
all’Opera Pia Ss. Salvatore di Corleone per ripristinare la rappresentanza del
Comune di Corleone in seno al Consiglio di amministrazione. È ciò che chiede
Attiva Sicilia in un’interrogazione rivolta al presidente della Regione e
all’assessore regionale ella famiglia, delle politiche sociali e del lavoro in
seguito alla segnalazione del consigliere comunale corleonese Maurizio
Pascucci. L’organo dell’istituto, infatti, ha subito un taglio del numero dei
componenti che però ha riguardato esclusivamente i rappresentanti dell’Ente
locale.
L’Istituto SS. Salvatore, attualmente, svolge attività assistenziale come casa di riposo. Di recente lo Statuto è stato modificato, incidendo sia sul numero che sulla composizione della rappresentanza dei vari portatori di interesse territoriali nel Cda: la conseguenza è stata la riduzione da 7 a 5 dei componenti, “tagliando” dall’organo di indirizzo entrambi i componenti designati dal Consiglio Comunale di Corleone. “Una decisione che appare del tutto sbagliata – spiegano i deputati regionali di Attiva Sicilia, Angela Foti, Sergio Tancredi, Matteo Mangiacavallo, Elena Pagana e Valentina Palmeri – anche in considerazione della stretta connessione tra le competenze in materia di servizio socio-assistenziali degli enti locali e le prestazioni erogate dall’Opera Pia. Ecco perché chiediamo al governo regionale di nominare un commissario ad acta che ripristini la rappresentanza comunale nel Cda”.
Chissà se ce la faranno i deputati di "Attiva Sicilia" all'Ars a ridare al comune di Corleone il diritto di essere nel consiglio di amministrazione del SS: Salvatore per esercitare la possibilità di indirizzo e di controllo della sua attività. Almeno ci stanno provando! Non dimentichiamo, infatti, che li stanno ricoverati numerosi anziani corleonesi e che il comune per loro paga le rette previste dalla legge. Avere il diritto di verificare come l'ente venga gestito (l'appalto per le pulizie, l'appalto per la gestione mensa, etc.) dovrebbe essere ovvio per tutte le persone (e gli enti) in buona fede. La resistenza che ha opposto il CdA in carica nel 2015 autorizza, però, più di un sospetto. Allora si pensò ad uno scambio tra "certi" politici e "certe" persone di chiesa. Anche perché i consiglieri della maggioranza di centro-destra con Lea Savona sindaco (sciolti per mafia) diedero l'impressione di arrendersi con troppa facilità alle pretese del consiglio di amministrazione (due membri nominati dalla Curia di Monreale, il parroco della Matrice, il presidente della Confraternita e il rappresentante della Regione). Ho il ricordo di quando la Cgil organizzò i lavoratori che lì operavano: il rispetto dell'orario e della retribuzione contrattuali non erano la regola. Tutt'altro. E adesso? In periodo di Covid vengono attuati tutti i protocolli previsti dalla legge? Speriamo di si. Ma un controllo del Comune e dell'Asp ci lascerebbe più tranquilli. (dp)
22 ottobre 2020
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