Alfio Giulio (Fnp Cisl), Maurizio Calà (Spi Cgil),
e Antonino Toscano (Uilp Uil)
''Quattro ospiti della RSA di Sambuca di Sicilia sono purtroppo deceduti,
rivelando tutte la le falle del sistema sanitario regionale'', dicono i
segretari generali di Spi Cgil, Fnp Cisl e Uilp Uil Sicilia.
"Attendiamo da mesi la convocazione da parte
dell'assessorato regionale alla Salute, al quale abbiamo più volte trasmesso
richieste urgenti di confronto in considerazione delle nuove emergenze
sanitarie legate al Coronavirus ma, ad oggi, non abbiamo registrato alcun esito
in termini di interlocuzione e individuazione di misure concrete a sostegno dei
soggetti più fragili, completamente abbandonati in questo momento così
complesso e denso di incognite": con queste parole, i segretari
generali di Spi Cgil, Fnp Cisl e Uilp Uil Sicilia Maurizio Calà, Alfio Giulio e Antonino Toscano si rivolgono a Ruggero Razza, titolare della Salute del governo
Musumeci, con particolare riferimento ai focolai rappresentati nell'isola dal
territorio di Sambuca di Sicilia, in provincia di Agrigento, divenuto "zona rossa" a seguito dei casi di
contagio, ad oggi oltre sessanta, avvenuti presso la RSA.
"Gli incredibili fatti avvenuti nel Comune
belicino - affermano gli esponenti sindacali - dove quattro ospiti della
Residenza Sanitaria Assistita sono purtroppo deceduti, hanno rivelato in tutta
la loro tragicità le falle del sistema sanitario regionale: il vademecum
stilato dalla Regione Siciliana proprio in materia di trattamento degli anziani
nelle strutture come quella di Sambuca poteva rappresentare una base di
partenza, ma non è stato seguito da alcun intervento concreto in materia, e a
farne le spese, ovviamente, sono proprio i soggetti deboli, che hanno maggiore
bisogno di cure, quali ultrasessantenni, disabili e pensionati”.
I sindacati stigmatizzano la condotta del governo regionale soprattutto in
materia di monitoraggio e controllo della corretta applicazione delle linee
guida.
“Ad oggi – affermano Calà, Giulio e Toscano – non abbiamo alcuna notizia di controlli effettuati dalle
Asp e dagli organi preposti a tale compito e ciò dà la misura della gestione
caotica ed estremamente superficiale tenuta dall’assessorato alla Salute, che
continua a snobbare le nostre richieste di chiarimento”.
“Occorre rivisitare in chiave critica – affermano – l’intero sistema delle RSA, e individuarne correttamente ruoli,
operatività e modelli organizzativi oltre a fissare i criteri che regolano
l’accreditamento ed eventuali controlli interni ed esterni dai quali il
sindacato non può rimanere escluso”.
Altro capitolo che le sigle dei pensionati considerano di fondamentale
importanza è quello della medicina territoriale e, a tal proposito, tirano in
ballo l’esempio della Regione Veneto dove l’emergenza è stata arginata grazie
alla fitta rete sanitaria che ha consentito di evitare il peggio.
Un modello, secondo i pensionati, al quale la Sicilia avrebbe dovuto
ispirarsi e che ora rischia di non potere più essere compiutamente messo in
atto per via delle esigenze di ospedalizzazione divenute sempre più numerose a
seguito dei nuovi contagi.
“In Sicilia – chiariscono – è mancata l’applicazione della legge 5 del 2009 che fissa i
criteri per l’organizzazione della medicina sul territorio”.
“Inoltre – proseguono - occorrerebbe sapere se sia stato dato seguito all’applicazione
delle USCA, ovvero le Unità Speciali di Continuità Assistenziale, per le quali
sono state stanziate specifiche risorse finanziarie e che, congiuntamente
all’assistenza domiciliare integrata, limitano il ricorso estremo
all’ospedalizzazione, fungendo da filtro tra i casi realmente necessari e tutto
il resto”.
“Inoltre - sottolineano i
tre sindacalisti - all’aumento dei posti letto, anche in
terapia intensiva, dovrebbe corrispondere l’incremento del personale, perché
quello già in servizio non può coprire l’intero fabbisogno”.
“Alla luce di tutte queste considerazioni, che
necessitano di un confronto immediato – avvertono – continuiamo a chiedere una convocazione da parte
dell’assessorato e, se ciò non dovesse realizzarsi in tempi rapidissimi,
allora, seppure con tutte le limitazioni imposte dal Covid 19, ricorreremo alla
mobilitazione nei territori dell’isola per costringere la politica ad attuare
un’inversione di rotta”.
“Soprattutto – concludono – occorre cambiare la visione del territorio, che non può essere
considerato esclusivamente il luogo di offerta ed erogazione di singole
prestazioni, ma la sede di un governo in grado di rispondere alle istanze delle
popolazione, prevedendo in primis una presa in carico di tutti quei soggetti
che, a vario titolo, necessitano di particolare assistenza da parte della
sanità pubblica in quanto fragili”.
di Palermomania.it - Pubblicata il: 21/10/2020
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