sabato, agosto 22, 2020

Mezzojuso, il sindaco Salvatore Giardina incandidabile: “Copia e incolla di altra sentenza”

Giletti con l'allora sindaco Giardina e le sorelle Napoli
nella piazza di Mezzojuso
di RICCARDO LO VERSO
Il legale di Giardina: "Usati stralci del provvedimento che riguardava l'ex sindaco di Corleone".
PALERMO – “Sono amareggiato, gli esiti dei processi non sono sempre favorevoli alle difese, ma così è davvero sconfortante”, si sfoga Antonio Di Lorenzo, avvocato di Salvatore Giardina, l’ex sindaco di Mezzojuso dichiarato incandidabile due giorni fa dal Tribunale civile di Termini Imerese. Il legale non usa giri di parole: “Nel provvedimento c’è una parte copiata e incollata dalle motivazioni di un altro procedimento, quello con cui nel 2018 fu dichiara incandidabile Leoluchina Savona, sindaco di Corleone”.

È stata la parola “Corleone” citata a pagina 27 del provvedimento dei giudici di Termini Imerese su Mezzojuso ad attirare l’attenzione dell’avvocato Di Lorenzo che due anni fa assisteva anche l’ex sindaco Savona: “Nei confronti dei predetti resistenti va pertanto dichiarata l’incandidabilità con riferimento alle elezioni… limitatamente a due turni elettorali successivi al provvedimento di scioglimento del Consiglio comunale di Corleone…”.

“Copiati ampi stralci”

Da qui la scelta del legale non solo di spulciare il provvedimento per presentare subito il ricorso in favore di Giardina, ma anche di confrontarlo con il vecchio provvedimento: “Ampi stralci dei riferimenti normativi e dei contenuti tecnici sono inequivocabilmente copiati”. In effetti ci sono dei passaggi identici nei paragrafi “sui presupposti della dichiarazioni di incandidabilità”, “sulle rilevanza dei legami di parentela ai fini della dichiarazione di incandidabilità” e nelle “conclusioni”.

Nettamente diversa, e non potrebbe essere diversamente, è l’articolata parte in cui il collegio analizza le irregolarità amministrative contestate a Giardina, la violazione della cautela antimafia, le illegittime concessioni edilizie e le sanatorie concesse a soggetti contigui a personaggi mafiosi del calibro di Bernardo Provenzano, l’assegnazione di commesse con trattativa privata a parenti del boss Benedetto Spera, la mancata rotazione delle ditte scelte anche per l’organizzazione di sagre ed eventi.

Il “disordine organizzativo”

Un quadro di “disordine organizzativo” viziato da tante irregolarità, dicono i giudici. Anche su questo punto l’avvocato Di Lorenzo è certo di potere fare vale le proprie ragioni in appello. Intanto il legale denuncia con fermezza “il copia incolla”, si dice amareggiato e prepara “un ricorso immediato”. E così si arricchisce di un nuovo capitolo la vicenda di Mezzojuso, nato dalle intimidazioni subite dalle sorelle Napoli, che ha conosciuto la ribalta nazionale nelle puntate di “Non è L’Arena”, il programma condotto da Massimo Giletti.

La difesa

Gli avvocati Antonino Di Lorenzo e Filippo Liberto intanto lavorano già al ricorso nel merito. Ribattono ad ogni singola contestazione. La concessione in sanatoria ottenuta da un soggetto contiguo a Provenzano in realtà sarebbe stata rilasciata ai parenti, visto che il soggetto è morto nel 2011. In ogni caso sarebbero state fatte tutte le valutazioni tecniche necessarie. Nessuna commessa con trattativa privata sarebbe stata assegnata a parenti del vecchio capomafia Spera. Si tratta di un soggetto che rappresentava sul territorio un consorzio a cui allora aderivano più di 1500 comuni a livello nazionale. “Quindi non è il Comune che affida una commessa privata – dicono i legali -. E anche in questo passaggio c’è un incredibile copia incolla. Il tribunale muove dei rilievi dei rilievi critici sulle note fatte dal collegio dei revisori che riguardano il comune di Corleone e non di Mezzojuso”. 

Per l’organizzazione di sagre ed eventi, spiegano i legali, “ancora oggi, per l’estate 2020, la commissione prefettizia si è affidata anche alla Pro Loco”. Una scelta che invece è stata stigmatizzata quando era in caricala la giunta Giardina. Sono tutti motivi che in primo grado non hanno convinto il Tribunale civile.

Livesicilia, 20 agosto 2020

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