Un momento della commemorazione |
Alla cerimonia hanno preso parte, tra gli altri, il comandante della Legione Carabinieri Sicilia, Generale di Divisione Giovanni Cataldo, il prefetto di Palermo, Giuseppe Forlani, l’assessore regionale del Territorio e dell’Ambiente, Toto Cordaro, l’Arcivescovo di Monreale mons. Michele Pennisi, la figlia del Colonnello Russo, Francesca Benedetta, e altri familiari, il comandante regionale della Sicilia della Guardia di Finanza, Generale di Divisione Riccardo Rapanotti, il comandante dei vigili del fuoco della provincia di Palermo, ingegnere Agatino Carrolo, il sindaco di Corleone, Nicolò Nicolosi, con la giunta, il presidente del consiglio comunale, Pio Siragusa, e i consiglieri. Presenti anche Calogero Parisi, presidente della coop "Lavoro e non solo", e Dino Paternostro, responsabile del dipartimento legalità Cgil Palermo, e i rappresentanti di tutte le forze dell’ordine, associazioni di volontariato, cittadini. Sulla stele commemorativa sono stati deposti una corona di alloro e un mazzo di fiori.
Il tenente colonnello Russo era uno strettissimo collaboratore di Carlo
Alberto dalla Chiesa. Le sue indagini erano di quelle che oggi verrebbero
definite scottanti: il caso Mattei, l'avanzata della cosca corleonese, gli
affari che ruotavano intorno agli appalti, ad esempio quello della diga Garcia.
Mario Francese, giornalista del Giornale di Sicilia assassinato nel 1979, aveva
preso spesso spunto dal lavoro di Russo per le sue inchieste. L’ufficiale ha
ricevuto 16 encomi solenni. Il 24 settembre del 1990 è stato insignito della
medaglia d’oro al valor civile per il suo impegno e l’elevata capacità
professionale.
“Torno volentieri a Ficuzza – ha detto il generale Cataldo – e non solo
per le bellezze naturali, ma perché questa ricorrenza mi offre l’opportunità di
alcune riflessioni. Siamo qui per ricordare una persona eccelsa tra gli
investigatori dell’Arma. Russo era un attento servitore dello Stato che aveva capito
in anticipo le nuove strategie mafiose. E’ un fulgido esempio e uno stimolo a
contrastare ogni giorno ogni forma di illegalità, piccola e grande”. Il
prefetto Forlani, alla sua prima visita nel territorio corleonese dal suo
insediamento, ha sottolineato come “la vigilanza deve sempre essere alta. E’
uno sforzo e una responsabilità di tutti”.
“Il tenente colonnello Russo – ha affermato il sindaco Nicolosi – ha fatto
il suo lavoro fino alla fine, provocando a tal punto i mafiosi da decretare la
propria morte. Oggi però Corleone ha definitivamente svoltato. Questa non è
un’affermazione da riservare a queste occasioni, ma è effettivamente così
perché c’è un rifiuto da parte dei cittadini della mafia, che ora viene vista
come disvalore. C’è una consapevolezza soprattutto culturale, cosa che consente
di guardare al futuro con fiducia”.
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