Pubblichiamo questo articolo del dott. Filippo Grippi, pubblicato su La Repubblica Palermo del 13 novembre 2014, che sembra scritto oggi. Dimostra l'allergia ai controlli della classe dirigente in Sicilia sulle spese sanitarie. Ma il discorso si può allargare... (dp)
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FILIPPO GRIPPI
La Corte dei conti, più volte, ha bacchettato il sistema sanitario della Regione per i facili acquisti nelle aziende sanitarie. Prezzi alti, affidamenti diretti delle forniture, qualità e quantità dei beni acquistati privi di criteri obiettivi e riproducibili e soprattutto pochi controlli. In sostanza dopo la sanitopoli degli anni 90, gare a trattativa privata con le famose tre ditte e i sistemi d'infungibilità sembrano essere drammaticamente tornate in auge.
La Corte dei conti, più volte, ha bacchettato il sistema sanitario della Regione per i facili acquisti nelle aziende sanitarie. Prezzi alti, affidamenti diretti delle forniture, qualità e quantità dei beni acquistati privi di criteri obiettivi e riproducibili e soprattutto pochi controlli. In sostanza dopo la sanitopoli degli anni 90, gare a trattativa privata con le famose tre ditte e i sistemi d'infungibilità sembrano essere drammaticamente tornate in auge.
Negli anni '80 e '90 le trattative private furono al centro di un grande
conflitto, a partire «dalle grandi manutenzioni del Comune di Palermo», ma poi
si vide che all' Ospedale Civico era uguale e Palermo ancora adesso paga prezzi
altissimi per il dilagare della mafia. La trattativa privata è il sistema di gara
con cui in questi anni, si sono spese somme enormi della sanità. Quando avviene
un evento eclatante come quello della gara dei pannoloni o per l' eco sulla
stampa dei richiami della Corte dei conti, l' assessorato Sanità annuncia interventi
per attivare i controlli e il monitoraggio degli acquisti. Ma non risultano
attivati uffici o la messa a punto di check list di regole da fare rispettare. La
questione non è nuova, già trent' anni fa per porre un freno ai vizi negli
acquisti, era stato introdotto l'articolo 80 della legge regionale 69 del
18aprile 1981, mai abrogato e attualissimo nella sua essenza. Si attribuiva in
capo all' assessorato Sanità,«il compito di provvedere a idonee ricerche di
mercato per realizzare una efficace informazione sui prezzi, un corretto
indirizzo economico merceologico ed una migliore gestione economica dell'assistenza
sanitaria». Per essere chiari, un vero e proprio «osservatorio dei prezzi e
delle procedure per gli approvvigionamenti », come si disse allora, una guida
per gli acquisti dei beni e servizi della Sanità siciliana. Nulla è stato fatto
o tentato, completamente ignorato così come si può vedere nei siti ufficiali
delle aziende sanitarie, degli ancora fragili link "amministrazione
trasparente". Altra questione in materia di controlli: i medici possono
avere un unico rapporto di lavoro con le strutture sanitarie pubbliche e
private accreditate. Ogni medico quando instaura un rapporto di lavoro deve
fare una dichiarazione di notorietà con cui attesta di non trovarsi in alcuna
delle condizioni di incompatibilità. Gli uffici dell' Asp devono accertare la
veridicità delle dichiarazioni e chiedono alle Asp della Regione e agli uffici
dipendenti di operare le verifiche, come previsto dal DPR 445/2000.
Un vorticoso proliferare di richieste, di accertamenti su liste di nomi
frequenti e confuse, che entrano ed escono per le Asp e i distretti della
Sicilia. Verifiche fatte a mano, ripetitive e ridondanti. Palese è lo scarto
tra "il noioso lavoro" richiesto e i risultati osservati. Dopo lustri
di tale pratica, si sarebbe potuta implementare una banca dati regionale presso
l'Assessorato, dove registrare i rapporti di lavoro, che si stipulano o
rescindono nel sistema sanitario. Invece così, qualche furbo continua a farla
franca.Forse i controlli sono come le rivoluzioni, tutti le invocano ma nessuno
le vuole fare.
Per esempio i fatidici elenchi dei manager, che sono fatti sulla base di
titoli autocertificati ai sensi DPR445/2000, sempre quello di prima che prevede
per l' amministrazione che riceve dei documenti autocertificati di fare dei
controlli sulla veridicità di quanto dichiarato dall'interessato. L'assessorato
nonha approntato delle procedure di controllo obiettive e standardizzate. Negli
anni si sono determinati elenchi per
direttori generali, direttori sanitari e amministrativi su cui non sempre sono
stati fatti i necessari controlli.
Le stesse verifiche quando si fanno non sono improntati a principi di
uniformità e certezza disciplinate nelle leggi. Insomma, laddove dovrebbe
esserci il maggior tasso possibile di certezza normativa si ha invece un elemento
di discrezionalità che spesso arriva fino all'arbitrio. In uno Stato di diritto
nessuno può essere al di sopra della legge e al di sopra di ogni sospetto. Le
stesse autocertificazioni di quanto si dichiara, può avvenire che non vengano
supportate da valide assunzioni di responsabilità, che la legge prevede. Ma
quanta resistenza per i controlli, anche quando vengono espressamente richiesti
sulla base di legittimi dubbi e interessi. Sia sugli acquisti, che sulle
autocertificazioni, i controlli devono essere organizzati e standardizzati, se
si vogliono risultati e non "una pura formalità".
FILIPPO GRIPPI
13 novembre 2014
Pagina 7 La Repubblica (ed. Palermo)
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