di Antonio Fraschilla
Dalla pagina Facebook dell’assessore leghista spuntano
post imbarazzanti Un Berlusconi in manette. E a Giorgia Meloni: " Lei la
destra? Io a sinistra"
Chissà se il neo- assessore ai Beni
culturali Alberto Samonà avrà cambiato idea, non solo sulle poesie inneggianti
alle SS, ma anche su quel fotomontaggio con il boss Giovanni Brusca arrestato e
la faccia di Berlusconi e la medaglietta di Forza Italia al petto, pubblicato
sulla sua pagina Facebook qualche anno fa. E chissà se ha cambiato idea anche
su quella frase tranchant contro la leader di Fratelli d’Italia:
«Fino a quando Giorgia Meloni resterà la principale rappresentante della destra
italiana, mi riterrò di estrema sinistra — scriveva il 3 ottobre del 2015 — È
questione di dignità e di rispetto verso una storia e una cultura antiche e profonde
» . E invece oggi siede in un governo fortemente sostenuto da Forza Italia e da
Fratelli d’Italia.
Samonà sui social non le ha mai mandate a dire. Ma adesso questo suo
passato che torna, e che è difficile in alcuni casi derubricare sempre a
«sfoghi giovanili», come fatto per le poesie sulle squadre della morte di
Hitler, sta creando non poco disagio nel centrodestra siciliano. Soprattutto
tra i moderati della sua stessa maggioranza e a partire dall’Udc, che di fatto
ne chiede le dimissioni rompendo il fronte del centrodestra dopo la sortita
della deputata della Lega Marianna Caronia contro l’assessore indicato dal suo
stesso partito: « Dopo aver letto certe frasi del neo- assessore ai Beni
culturali, e pensando al suo predecessore Sebastiano Tusa, sono sempre più
convinta che per questo ruolo occorra una persona di ben altro livello — dice
la capogruppo Eleonora Lo Curto — e quindi la Lega dovrebbe togliere
dall’imbarazzo il presidente Nello Musumeci, costretto a subire attacchi
proprio a causa di Samonà. La Lega faccia dimettere l’attuale assessore».
Tra i centristi c’è molto malumore. A caldo, il giorno stesso della nomina
dell’assessore leghista, il deputato dell’Mpa Carmelo Pullara ha chiesto di
togliere ai Beni culturali la delega all’Identità siciliana. Mentre durante il
tour di Matteo Salvini a Cefalù, con al fianco proprio Samonà, Saverio
Romano ha criticato gli assembramenti sotto i selfie dei due: « Alcuni signori,
ignorando il buon senso, mettono a repentaglio la salute di molti — ha detto il
leader di Cantiere popolare — chiederò a Musumeci di stigmatizzare la
irresponsabilità di chi ha doveri istituzionali». Il riferimento era proprio a
Samonà: « Io non lo conosco, ma a me preoccupano certi comportamenti — dice
Romano — e mi preoccupano certe derive sovraniste».
Quella tra Samonà e i centristi deve essere una scarsa simpatia reciproca.
Il neo-assessore, in passato, ha espresso sui moderati opinioni molto
nette: « Quando sento esponenti politici italiani auspicare un blocco dei
moderati, ho un naturale conato di vomito — scriveva il 7 giugno 2012 — se poi
a farlo sono politici siciliani, la mente corre ai tempi della "pax
mafiosa"... ci vorrebbe un bel colpo di vento per spazzarli via per
sempre». Correva l’anno 2012, per carità, nel frattempo lo scenario è cambiato
e sicuramente Samonà avrà cambiato idea, visto che il governo nel quale siede è
sostenuto da una bella fetta di moderati siciliani.
Ma gli strali, nel recente passato, Samonà li ha lanciati soprattutto
contro Forza Italia, che oggi è uno dei principali azionisti del governo
Musumeci. Perché, se non sorprendono certe sue uscite di destra e dal sapore
fascista, come quel « boia chi molla » scritto nel 2013 o la battuta su chi lo
accusava di essere « giornalaio e fascista » e lui che rispondeva « Due
complimenti in uno » , sorprendono i toni accesi contro gli azzurri guidati
oggi nell’Isola da Gianfranco Miccichè.
Proprio contro Miccichè, che nel 2016 propose di ospitare le Olimpiadi 2024
in Sicilia, Samonà a caldo scriveva: « Il fatto che Pd e Forza Italia siano
d’accordo nel proporre la candidatura di Palermo e della Sicilia alle
Olimpiadi, sapendo che è una proposta irrealizzabile, è l’esempio di come
questi signori, dopo aver spolpato per anni le ossa della Sicilia, adesso
abbiano anche deciso di sputarle addosso ».
Una risposta moderata, tutto sommato, rispetto al fotomontaggio di Brusca
arrestato con la faccia di Berlusconi, pubblicato sui social nel 2013.
Certamente avrà cambiato opinione rispetto a quando nel 2017, quando era un
grillino convinto, rilanciava un post del Movimento su Facebook con la foto di
una scopa col simbolo dei 5 stelle che cacciava tutti i partiti: metà dei quali
oggi sono uoi alleati al governo, dalla stessa Lega a Forza Italia e Fratelli
d’Italia.
La Repubblica Palermo, 17 giugno 2020
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