La statua di Edward Colston abbattuta e buttata nel fiume Avon |
Quella che in questa foto sta per essere gettata nelle acque del fiume Avon
a Bristol, in Inghilterra, da una folla di ragazzi in festa è la statua di
Edward Colston. Si ergeva a pochi passi da lì da 125 anni. E da 125
anni quel monumento si beffava ancora, tronfio, di tutte le vittime dei crimini
di quel mercante di schiavi. Decine di migliaia di donne, ragazzi, bambini
africani che Edward Colston con la sua compagnia strappò con la violenza alla
loro terra, in Africa, per portarli in occidente e venderli come schiavi. I
suoi schiavi neri, per certificarne qualità e provenienza, venivano anche
marchiati a fuoco con le lettere R.A.C.: Compagnia Reale Africana. Però
nella sua vita donò anche molto per costruire scuole e ospedali da destinare ai
bianchi. E per questa ragione la città di Bristol pensò a fine di ‘800 di
dedicargli quella statua. Da allora in tanti avevano cercato di convincere le
autorità a rimuoverla. Ma la risposta è sempre stata no e no.
Il razzismo va sradicato come una statua dal suo piedistallo. E a Bristol,
oggi, centinaia di ragazzi non hanno più chiesto il permesso a nessuno per
sradicare quel monumento a uno schiavista schifoso. Sono arrivati in quella
piazza, hanno legato delle funi a quella statua infame, e lo hanno tirato giù
come gli iracheni fecero col simulacro dedicato a Saddam.
Una volta a terra lo hanno preso a calci, a sputi, lo hanno trascinato
verso il fiume così come lui trascinò vero la morte, le torture e la schiavitù
decine di migliaia di africani. E festanti lo hanno gettato in acqua.
I simboli contano. E abbatterli, quando la misura ormai è colma,
ancora di più.
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