Fabio Cirino, segretario generale FLC CGIL Palermo |
"La soluzione non
può essere ridurre le ore o segare i banchi in due. L'idea che lanciamo è attrezzarsi
ex novo con tensostrutture temporanee, tendoni e container, individuando gli
spazi idonei”.
Palermo 30 giugno 2020 – “La
scuola Falcone allo Zen è ancora in attesa della consegna e dell'installazione
di due nuovi motorini dell'acqua, dopo il furto dei motorini avvenuto nel
raid di un mese e mezzo fa. Quando la scuola ha subito il secondo atto
vandalico, e per terra era tutto imbrattato di urina ed escrementi, non hanno
potuto pulire i pavimenti per mancanza d'acqua.
Se si sta un mese e mezzo per
rimettere in sesto l'impianto idrico, quanto ci vorrà per
recuperare 357 edifici inattivi e riadattarli entro l'inizio della
scuola? La soluzione per ripartire a settembre non può essere questa né segare
i banchi in due. Noi proponiamo soluzioni temporanee, interventi di edilizia
leggera come tensostrutture, tendoni o container. Bisogna solo
individuare gli spazi, anche nei cortili esterni delle stesse scuole, o
in zone scelte dal Comune. E se occorrono maggiori investimenti, lo
Stato ha il dovere di assegnarli”.
A dichiararlo è
il segretario generale della Flc Cgil Palermo Fabio Cirino, che lancia il
campanello d'allarme sui ritardi generali che gravano sull'inizio del prossimo
anno scolastico. “Siamo in ritardo su tutto, aspettiamo il provvedimento per
l'aggiornamento delle graduatorie di istituto, quello sulle utilizzazioni e
assegnazioni provvisorie. Poi ci saranno le immissione in ruolo. E
speriamo non ci siano ritardi per le erogazioni dei sussidi di
disoccupazioni ai precari. Ricordiamo, inoltre, che
sono che sono in corso le domande per i concorsi nella scuola – aggiunge Cirino
– Comprendiamo le difficoltà e la situazione d'emergenza ma quando leggo che la
soluzione è segare i banchi in due o ridurre l'orario scolastico, anche da genitore
resto allibito. Ci sono scuole a Palermo come il Piazza, con 2.400 alunni e 400
docenti: sono certo che, a maggior ragione per casi del genere, sarebbe meglio
attrezzare ex novo degli spazi per la didattica, dove poter garantire il
distanziamento tra gli studenti, piuttosto che pensare di recuperare in poco
tempo un patrimonio edilizio in disuso. Gli interventi di
ristrutturazione necessari vanno nel frattempo portati avanti ma
non è questa la soluzione a brevissimo termine di cui abbiamo bisogno. Ci sono
tante scuole che hanno spazi ampi dove si possono allestire strutture per
fare lezione, che poi verranno smontate”.
“Il dovere – aggiunge Cirino - è intervenire con un piano di investimenti.
Serve molto più dei due miliardi e mezzo annunciati. La ministra Azzolina ha
parlato della cornice entro la quale agire: noi vogliamo vedere l'intero
disegno colorato. Quindi bisogna aumentare l'investimento per le scuole,
aumentare gli spazi da dedicare alla didattica in città, creando strutture
temporanee, e potenziare gli organici del personale docente e Ata. Non si
possono trovare soluzioni con pochi soldi. Inutile fare ricorso ad alchimie. Le
istituzioni locali devono andare incontro alle scuole dotandole, anche con
l'autonomia scolastica, degli investimenti necessari”.
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