11 gugno 1980. Quanrant'anni fa la 'ndrangheta uccideva Peppe Valarioti,
giovane segretario della sezione del Pci di Rosarno. Figlio di contadini, era
un intellettuale che amava l'archeologia e voleva cambiare il suo paese
occupato dalla potente cosca dei Pesce. Valarioti fu ucciso per le sue idee e
per le battaglie che conduceva, non certo per un fatto di donne come si disse
per depistare le indagini.
In quel 1980 i mafiosi tentano di affrancarsi dal vassallagio con la
politica e candidano propri rappresentanti nei comuni e al consiglio regionale.
Il Pci entra nel mirino dei mafiosi e nel giro di pochi giorni uccide
Valarioti a Rosarno e Giannino Losardo a Cetraro.
Entrambi non sono eroi solitari o isolati dalla loro comunità, ma sono
espressione di una battaglia corale che in quei territori si combatte senza
attendere la magistratura, anzi sollecitandola a contrastare la 'ndrangheta.
Questi fatti, assieme a tanti altri, li ho voluti ricordare nel mio libro
che si troverà nelle librerie a partire dal 25 giugno: Alle origini della nuova
'ndrangheta. Il 1980. Le reazioni del Pci e le connivenze della politica e
della magistratura.
Enzo Ciconte
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