In Italia ci sono 1,5 milioni di immobili inutilizzati fabbriche,
capannoni, ex scuole, spazi comunali chiusi, beni confiscati. Luoghi marginali
che possono diventare opportunità per l'occupazione giovanile o come beni
comuni. Nel 2017 con un gruppo di amici e compagni di viaggio abbiamo fondato
la Cooperativa Sociale Esperanto e abbiamo deciso di concentrare il nostro
impegno per provare a restituire alla collettività un bene confiscato nel
Comune di Cancello ed Arnone, un terreno di circa 10 ettari confiscato a
Michele Zagaria ed oggi intitolato alla memoria di Michele Landa, vittima
innocente della camorra. In due anni di serrato impegno siamo riusciti a mettere in produzione
l’intero bene, creare nuove opportunità sociali ed economiche e, grazie al
progetto La Buona Terra, coinvolgere intere comunità in un processo di
riappropriazione collettiva di uno spazio sottratto alla criminalità
organizzata.
I problemi però non sono mancati e sin da subito ci siamo scontrati con la
difficoltà di condurre e portare avanti le attività in un contesto assolutamente
privo di logistica. Il bene confiscato che abbiamo in affidamento è un terreno,
solo un terreno, non ci sono capannoni, fabbricati, ruderi o altro. Non abbiamo
un deposito per le attrezzature, in passato ci siamo appoggiati ad amici di
altre realtà che hanno messo a disposizione alcuni spazi, tuttavia essendo
questi poco presidiati, il mese scorso abbiamo subito il furto dell’intera
attrezzatura. Abbiamo ricomprato tutto e collocato gli attrezzi presso I soci
della coop. che hanno a disposizione un po’ di spazio, oggi se dobbiamo fare un
intervento lavorativo, dato che abbiamo l’intera dotazione dislocata, siamo
costretti ad organizzarci e programmare tutto con largo anticipo. Non abbiamo
un magazzino merci, I nostri trasformatori (ottime persone e grandissimi
amici!) ci fanno la cortesia di tenere presso I loro magazzini i nostri
prodotti, se ci arriva un ordine ci vogliono almeno dieci giorni per evaderlo.
Non abbiamo un ufficio per l’amministrazione, casa dei miei genitori è piena di
faldoni, fatture, documenti e carte di ogni genere. Vorremmo provare a
crescere, ampliare la gamma delle nostre attività, fare eventi e iniziative per
far conoscere il nostro progetto, ma dove? Vorremmo fare investimenti,
acquistare macchinari e mezzi agricoli per migliorare e rendere più produttive
le attività, ma dove li mettiamo?
In tutto questo è buffo pensare che proprio sul bene confiscato Michele
Landa insiste una struttura di proprietà della Regione Campania completamente
inutilizzata, sin dall’inizio, con il supporto del Comune di Cancello ed Arnone
(che per fortuna non è mai mancato!) abbiamo chiesto contezza di tale struttura
al Demanio più e più volte, ad oggi non abbiamo ottenuto né un appuntamento, né
mezza riga in risposta, eppure chiedevamo se ci fosse la possibilità di
riutilizzare e rimettere in funzione un bene pubblico pagando oltretutto una
locazione mensile.
Stamattina leggevo un articolo del giornale Informare in cui si denuncia lo
stato del centro di aggregazione giovanile di Castel Volturno, inaugurato da
poco più di un anno e già in completo abbandono. E’ buffo pensare che si
spendano milioni di euro per creare spazi comuni e pubblici attrezzati che poi
sistematicamente vengono dimenticati e, di contro, ci sono poi tante
attivissime realtà come la Black and White (per citarne una!) che, per avere
uno spazio in cui svolgere valide attività sociali deve pagare un affitto.
Fare impresa è complesso, fare impresa sociale lo è ancora di più, in
queste condizioni è impossibile. Per fortuna siamo folli, per fortuna non
abbandoniamo facilmente I nostri sogni e continuiamo ad andare avanti e
continueremo a farlo senza mai fare un passo indietro. Prima o poi sicuramente
riusciremo a superare tutte queste difficoltà, prima o poi troveremo uno spazio
pronto ad accogliere le tante idee che abbiamo in cantiere, ma oggi pretendiamo
risposte, negative o positive non importa, l’importante è che ci siano!
Dal post della Fondazione “Riusiamo l’Italia”
Nessun commento:
Posta un commento