Scacchetti, Massafra: “caporalato non può avere cittadinanza in un Paese
che si definisce civile”
Roma, 29 maggio - “Il commissariamento di UBER Italy deciso dal Tribunale
di Milano è una notizia che per la sua gravità ci lascia attoniti. Siamo in
presenza di un caporalato digitale, non solo quindi nelle campagne, che
cancella i diritti e lede la dignità dei lavoratori”. Ad affermarlo i segretari
nazionali della Cgil Tania Scacchetti e Giuseppe Massafra. “Immigrati in
condizioni di fragilità, richiedenti asilo, provenienti da Paesi in guerra che,
attraverso società di intermediazione di manodopera, operavano come rider,
sfruttati da caporali attraverso la compravendita degli account di consegna.
Ciclofattorini - aggiungono Scacchetti e Massafra - pagati pochi euro l’ora e
senza che la multinazionale, come si apprende leggendo la notizia, abbia mai
impedito questa ingiustizia”.
Per i due dirigenti sindacali “quanto disposto dalla sezione misure di
prevenzione del Tribunale di Milano è una misura forte che porta alla nomina di
un amministratore prima ancora del processo, ma condivisibile perché il
caporalato non può avere cittadinanza in un Paese che si definisce
civile”. “Ora è importante attendere gli sviluppi della vicenda, tutelando
il lavoro è continuando a rivendicare diritti e tutele per i ciclofattorini
delle piattaforme del food delivery. In queste battaglie - concludono Massafra
e Scacchetti - i lavoratori avranno sempre la Cgil al loro fianco”
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