Anniversario Peppino Impastato, Campo: “La sua storia di denuncia e di
coraggio per rivendicare il lavoro come espressione di libertà e realizzazione
dei sogni”
Palermo 8 maggio 2020 – La Cgil Palermo ricorda Peppino Impastato,
nell'anniversario del 42° anno dalla sua uccisione. “Come ogni anno il 9
maggio ricordiamo Peppino Impastato per trasmettere la storia del suo
impegno e tenere alto il valore delle idee di un giornalista coraggioso,
barbaramente ucciso durante il suo lavoro, per le denunce contro le
collusioni mafiose – dice il segretario generale Cgil Palermo Enzo Campo
– In questi anni, insieme al fratello Giovanni Impastato, la Cgil Palermo, con
i suoi segretari nazionali, è stata presente costante al corteo da
Radio Aut, Terrasini, a Casa Memoria, Cinisi, con il suo
striscione e centinaia di militanti, per manifestare l'impegno in difesa dei
lavoratori.
E se l'anno scorso, al centro della manifestazione, che quest'anno
sarà virtuale, abbiamo messo il binomio lavoro-legalità, oltre alla difesa
della Costituzione e dei suoi valori, contro i rischi di un ritorno all'apologia
fascista, quest'anno in maniera ancora più intensa esprimiamo ai familiari di
Peppino Impastato e alle associazioni della società civile che continuano la
sua battaglia tutto il sostegno del mondo del lavoro. I problemi del
lavoro, della disoccupazione, della crisi, sono e restano più urgenti di prima,
l'emergenza sanitaria ha contribuito a farli emergere e a porli al centro
dell'attenzione”.
“Nella ripartenza delle attività
produttive - aggiunge il segretario Cgil Palermo Campo - diventa
irrinunciabile rivendicare il lavoro per tutti, assieme alla salute e
alla sicurezza sui posti di lavoro. Lo chiediamo anche in questo 9 maggio, nel
nome di Peppino, ricordando la sua testimonianza di lotta civile, la sua
ribellione contro la mafia, la sua voce libera, i suoi sogni di
cambiamento, così come l'abbiamo fatto il 30 aprile ricordando tutti i
sindacalisti uccisi e il tributo altissimo di sangue da loro versato.
Nella nostra agenda sindacale – prosegue Enzo Campo – chiediamo una
società dove il lavoro è libertà, emancipazione dal bisogno e realizzazione dei
sogni. Lo dobbiamo a Peppino e a chi ha dato la vita lottando per la libertà,
l'affermazione dei diritti e la dignità del lavoro”.
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