Michele Sorbera, direttore Confesercenti Sicilia |
Palermo, 25 maggio 2020. Un avvio difficile, difficilissimo. In forte sofferenza tutta la
filiera del turismo (bar, ristoranti, alberghi) e il settore moda (abbigliamento
e calzature). Bene solo parrucchieri e barbieri. È il quadro che emerge dallo
studio condotto da Confesercenti e Swg
e che a Palermo ha realizzato 120 interviste
nei vari settori. “Gli imprenditori – dice il direttore di Confesercenti Sicilia, Michele
Sorbera - stanno mettendocela tutta per ripartire bene e in sicurezza. È chiaro
che la crisi è drammatica. C’è una bassa propensione alla spesa alimentata
dall’incertezza sul futuro e per quanto riguarda Palermo, c’è da aggiungere che
oltre alle scuole e all’università chiuse, ci sono anche migliaia di dipendenti
pubblici in smart working e questo
condiziona inevitabilmente il volume d’affari di bar e imprese della
ristorazione”.
Confesercenti Sicilia ha
partecipato al sondaggio nazionale fornendo i dati ad Swg e rielaborando in
chiave locale lo studio. Tra tutti gli intervistati solo parrucchieri e barbieri hanno espresso un giudizio soddisfacente
sulla ripresa. Il 98% della categoria si è detto soddisfatto o più che soddisfatto
(+8% rispetto alla media delle regioni del Sud e +10% della media nazionale)
dichiarando un incremento di ricavi di circa il 31% nei primi 5 giorni della
settimana rispetto all’ultima settimana pre – lockdown. Un risultato ottenuto grazie all’allungamento
dell’orario di lavoro e nonostante l’obbligo della prenotazione.
Non va allo stesso modo bene per i centri
estetici, anche perché alcuni servizi non possono ancora essere erogati. In
questo caso l’80% degli intervistati a Palermo ha detto di essere
“insoddisfatto” (+46% rispetto alla media nazionale e +7% rispetto alla media
registrata in tutto il Sud). In termini economici, il settore ha infatti registrato,
stando al campione intervistato, mediamente il 32% di incassi in meno nonostante
l’allungamento dell’orario di lavoro e le promozioni effettuate.
Nella moda invece solo il 28% degli intervistati a Palermo ritiene
“buona” la partenza (la media italiana è del 40%, al Sud del 43%). Così se i
negozi a marchio, forzando la normativa sui saldi e le promozioni, sono andati
meglio, i negozi al dettaglio a gestione diretta, sono in forte sofferenza. Ad
essere “insoddisfatto” della ripartenza è anche il settore ristorazione (bar e ristoranti): a dichiararsi così è il 94% (in
linea con il resto del Sud e a fronte di una media italiana dell’80%). Il comparto alberghiero è quello in
maggiore difficoltà: il 100% degli intervistati si è dichiarato più che “insoddisfatto”,
a fronte di una media nazionale del 95%.
In maniera trasversale al tipo di attività, 9 intervistati su 10 ritengono “eccessivi” i costi che hanno dovuto
affrontare per la sanificazione e la messa in sicurezza.
“Più in generale – continua Sorbera – lo studio evidenzia come al Sud e a
Palermo la ripartenza è stata caratterizzata dalla variazione degli orari di
lavoro. Bar e negozi di abbigliamento hanno scelto di contenere i costi
riducendo gli orari di apertura, mente parrucchieri ed estetisti li hanno allungati.
Quasi tutti hanno promosso offerte per i clienti”. Ad essersi mossi in questa
direzione sono soprattutto alberghi, ristoranti e centri estetici.
Resta ad oggi aperta la questione del credito
alle aziende. Solo il 35% delle imprese intervistate a Palermo ha chiesto
di accedere al “Decreto liquidità” a fronte di una media nazionale del 47%. Solo
il 16% ha avuto già una risposta positiva a fronte del 38% di media nazionale.
“Un dato – dice Sorbera – che deve fare riflettere tutti perché senza liquidità
immediata, possibilmente anche a fondo perduto, migliaia di imprese non ce la
faranno a restare sul mercato nonostante gli sforzi e la buona volontà”.
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