Il procuratore nazionale antimafia Cafiero De Raho |
(AGI) - Roma, 8 mag. - "Le mafie vivono di segnali. E il segnale
lanciato dai boss che escono dal carcere e tornano nel loro territorio e'
devastante" perche' "riacquistano l'arroganza, la prepotenza, la
voglia di riprendersi il potere". Lo afferma il procuratore nazionale
antimafia Cafiero De Raho in un'intervista a 'Il Fatto Quotidiano' oggi in
edicola. E il tutto, sottolinea il magistrato, "e' cominciato tutto con la
nota del Dap", che il 21 marzo, "preoccupato che il virus potesse
dilagare nelle Carceri, chiede a tutti gli istituti penitenziari di segnalare
ai Tribunali di sorveglianza i detenuti con determinate patologie. Cio' che,
sostiene De Raho, ha innescato "un meccanismo che ha portato centinaia di
persone alla detenzione domiciliare", "un'emorragia di
scarcerazioni". Secondo il procuratore antimafia, "la Dna viene a
conoscenza del problema soltanto il 21 aprile, un mese dopo la nota del Dap.
Prima nessuno ci aveva informati" ma ora non resta che attendere
"quali saranno le nuove norme che emanera' il governo" per vedere
"se sara' possibile far rientrare in carcere i boss gia' usciti".
(AGI)Rm3/Rap 08 MAG 20
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