di AGOSTINO SPATARO (*)
Oggi, viviamo
intrappolati dentro una sorta di “Caos funzionale” creato ad arte da
potentissime associazioni d'interessi finanziari ed economici neo-liberiste, note
o coperte, che stanno ristrutturando l'economia e la geo-politica mondiali in
loro favore, a tutto danno della qualità della vita del Pianeta e di miliardi
di uomini e di donne sempre più esclusi dal benessere e dai diritti.
Una
“bolla” destabilizzante alimentata da conflitti di varia specie e portata:
dalle guerre di religione a quelle tribali, dal disordine monetario al terrore,
ai terrorismi, ecc. Purtroppo,
anche l'immigrazione clandestina o, se si preferisce, de-regolata, é oggi usata
come leva importante di questo piano, perfido e distruttore. Si
vorrebbe “esportare”, forzatamente, il terzo mondo nel primo per realizzare due
obiettivi essenziali:
1)
favorire l’esodo delle locali, nuove generazioni acculturate, perché temute
come potenziali nemici dei loro disegni di rapina;
2)
usare gli immigrati (a nero) per scardinare il mercato del lavoro, indebolire,
distruggere le conquiste sociali, contrattuali dei lavoratori del "primo
mondo" ossia d'Europa, Nord America, ecc.
Ora
- parliamoci chiaro - visto che nel “primo mondo” preferiamo allevare cani e
gatti invece che figli, l’immigrazione si è resa necessaria, ma i flussi vanno
regolati con accordi, bilaterali e multilaterali, in base ai quali agli
immigrati (regolari) devono essere riconosciuti tutti i diritti contrattuali,
secondo le leggi vigenti.
Ma
proprio questo non vogliono i grandi potentati (di cui sopra) i quali
preferiscono l’immigrazione clandestina per usare, trasformare gli immigrati
nei nuovi schiavi del 21° secolo.
Stranamente,
vediamo i grandi oligarchi (del tipo Soros) - di fatto- “lottare” insieme a
gruppi della sinistra per la difesa del meccanismo di migrazione clandestina, e
poi, magari, indignarsi per lo sfruttamento disumano dei migranti occupati
presso le medie e piccole imprese o rinchiusi nella miriade di centri
d’accoglienza.
Non
si capisce il senso di tale connubio.
Per
tradizione e per sua intrinseca natura, la sinistra non vuole schiavi ma
lavoratori tutelati nella loro dignità e nei loro diritti (e, anche, nei loro
doveri) derivati dalla nostra Costituzione e dalla legislazione repubblicane.
La
sinistra non vuole lavoro nero, né de-localizzazioni delle nostre industrie.
Troppo
comodo per i de-localizzatori: guadagni alle stelle e disoccupazione di massa
scaricata sulle casse dello Stato e sulla società italiana.
(*) Brano tratto da “Immigrazione- La moderna schiavitù”
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