Padre GIOVANNI CALCARA*
Considero una provvidenziale coincidenza che, oggi ci viene offerta nell’accomunare il ricordo e la memoria di due donne
che, pur vivendo in epoche e contesti personali e sociali diversi, sono in
grado di poterci dare spunti e temi di riflessione.
Santa Rita (1381-1447 o 1457) che tutti
conosciamo come la “santa degli impossibili” subisce la volontà dei genitori ed
è costretta a sposarsi e, quando suo marito viene ucciso in una faida vive nel
terrore pensando che, i suoi due figli dovranno, un giorno, vendicarsi di tale
delitto. Prega e chiede a Dio di farli morire, pur di non farli macchiare di un
peccato così grave. Finalmente può realizzare il suo sogno di consacrarsi al
Signore e, superando grandi difficoltà e incomprensioni realizza la sua
vocazione di vergine, donna, madre, sposa e religiosa. In ogni stato di vita in
cui è vissuta, ha sempre saputo essere se stessa; non scendendo a compromessi
con la sua coscienza per rimanere libera e dare un senso pieno alla sua vita,
riuscendo a vincere paure e pregiudizi di ogni sorta.
* frate domenicano
Avendo saputo che nello stesso giorno, alle
ore 21 sarebbe andato in onda su Rai 1 il film su Felicia Impastato, mi è
sembrato ovvio e spontaneo accostare queste due figure di donne e madri:
coraggiose e quindi sante!
Anche Felicia ha dovuto lottare, fino a
spezzarsi dentro, per rimanere libera e difendere la sua vita e il suo operato.
Per non soccombere al “codice” di famiglia, che avrebbe imposto il silenzio
alla sua coscienza e alla libertà di suo figlio Peppino che, impara a conoscere
e difendere, prima in vita e poi nelle aule di un Tribunale. Lo considera come
un suo “dovere” forse non come madre, ma “alla verità su suo figlio” che lei ha
generato e che non gli è stato permesso di “stringere” più fra le sue braccia.
E’ il suo “martirio”, cioè rende “testimonianza” di quello che è, di quello che
sente dentro e che sa, gridare di fronte ai potenti/mafiosi/assassini di suo
figlio. Forse neanche lei sapeva, come suo figlio Giovanni che, tra la sua casa
e quella di “toro seduto” vi erano solo 100 passi, un’inerzia ma è un baratro
tra “due visioni di vita” che ha saputo tenere ben separate.
Papa Francesco nell’Esortazione “Gaudete et
exsultate” del 19 marzo 2020 sulla santità nel mondo contemporaneo, ci indica
che ci sono santi, cioè testimoni della “porta accanto”, non riconosciuti dalla
Chiesa ma che hanno saputo vivere la loro vita al servizio del bene e della
verità. “I santi non sono supereroi, ma sono quelli che come i genitori sanno
educare i loro figli e sanno rendere testimonianza nelle occupazioni di ogni
giorno”.
Rita e Felicia ne sono un esempio, concreto e
credibili che, devono essere imitate e indicate a tutte le donne e le madri
che, forse non hanno lo stesso coraggio di difendere la vita e la libertà delle
loro scelte di vita. I diritti a loro negati, come la dignità del giusto
salario, la violenza che subiscono dai loro uomini, il silenzio che diventa la
loro “tomba” sono troppo evidenti e “grondano sangue”. Ma non possono essere
lasciate sole a morire, l’indifferenza è grave e omicida, come chi uccide.
padre Giovanni Calcara, domenicano
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