“L’idea di
lasciare a casa più a lungo degli altri gli anziani non convince da molti di
punti di vista ed è una misura discriminatoria nei confronti di una parte molto
consistente della popolazione che ha già sofferto tanto a causa dell’emergenza
sanitaria da coronavirus. Una prolungata assenza di attività fisica e sociale
può avere inoltre conseguenze molto gravi sul benessere psicofisico delle
persone anziane, soprattutto di chi è molto anziano e di chi ha più di una
patologia. Lo dichiarano
in una nota congiunta i Sindacati dei pensionati Spi-Cgil, Fnp-Cisl, Uilp-Uil
insieme alle rispettive associazioni del volontariato Auser, Anteas, Ada.
“Anche gli
anziani – continuano – avranno bisogno, quando sarà possibile, di riprendere le
proprie libertà, di uscire da una condizione di isolamento e di solitudine e di
continuare a svolgere il loro fondamentale ruolo nella vita sociale ed
economica del Paese.
Come
Sindacati dei pensionati e come Associazioni di volontariato siamo da sempre
convinti del grande valore delle persone anziane e della necessità di
promuovere l’invecchiamento attivo a ogni livello della società. Isolare le
persone anziane sarebbe l’esatto opposto.
La misura
sarebbe inoltre di difficilissima applicazione e non basterebbe comunque ad
impedire un contagio che spesso avviene all’interno delle stesse famiglie.
Serve
piuttosto un piano molto articolato e ben organizzato basato sul rilancio della
sanità pubblica, su controlli a tappeto, prevenzione, innovazione e su quella
medicina del territorio che tante volte abbiamo invocato e che ora è diventata
quanto mai urgente, necessaria e inderogabile”.
Roma, 16 aprile 2020
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