“Chiediamo un lavoro in sicurezza per costruire il
futuro”, la rivendicazione del sindacato.
Palermo 30 aprile 2020 – Domani, per la Festa del Lavoro, il
segretario generale Cgil Palermo Enzo Campo, e un superstite della strage,
Serafino Petta, presidente onorario dell'associazione Portella della Ginestra,
si recheranno alle 9 al cimitero di Piana degli Albanesi e poi al sasso di
Barbato per deporre due corone in ricordo delle vittime dell'eccidio del
1°maggio 1947.
“Sarà un Primo Maggio diverso, per la prima volta senza
manifestazioni, senza il contatto diretto con i lavoratori e gli abitanti
delle comunità di Piana e dei paesi vicini. Per la prima volta in questi 72
anni, a causa dell'emergenza coronavirus, mancherà a tutti il
corteo che ogni primo maggio parte dalla Casa del Popolo di Piana degli
Albanesi per raggiungere in migliaia a piedi, con la banda che suona e i nostri
striscioni, il memoriale di Portella della Ginestra – dichiara il segretario
generale Cgil Palermo Enzo Campo – Ma noi saremo con maggiore forza
al fianco dei lavoratori: saliremo al Sasso di Barbato per rappresentare
le richieste che, nel momento drammatico che stiamo attraversando, hanno ancora
più valore. Nel ricordo delle vittime della strage, per una ricorrenza che è
sentita in modo forte in tutto il Paese, metteremo al centro la sicurezza e la
salvaguardia dei diritti dei lavoratori”.
“La sicurezza e un lavoro di qualità. Sono le priorità
da cui chiediamo di ripartire per la ripresa delle attività sul nostro
territorio – aggiunge Campo - Lo dobbiamo alle migliaia di lavoratori che
hanno generosamente combattuto per contrastare la pandemia. La sicurezza sui
luoghi di lavoro, la salute, il rispetto dell'ambiente, l'affermazione dei
diritti delle persone e del valore del lavoro: questi gli obiettivi che ci
vedranno impegnati per evitare gli errori del passato. La ripartenza
potrà essere possibile solo ricominciando dal lavoro delle persone, un lavoro
che va messo in sicurezza per costruire il futuro. Vogliamo costruire una
società dove il lavoro è emancipazione dal bisogno e realizzazione dei sogni.
Una società dove il lavoro è libertà”.
“Da 73 anni festeggio il Primo maggio a Portella della
Ginestra e per la prima non sarà come gli altri anni. E' una cosa che mi
rattrista molto: ogni anno mi ritrovo in mezzo a tanti compagni, a tanti
amici. Domani saremo io e il segretario generale della Cgil Palermo, che
rappresenteremo col cuore tutta la comunità di Piana, San Giuseppe Jato, San
Cipirello, i dirigenti e militanti della Cgil e quanti sono stati sempre in
questi anni presenti con noi sotto il sasso di Barbato – dichiara Serafino
Petta, 89 anni, superstite di Portella – Non esco da due mesi per la
pandemia. Ma non ero mai mancato a quest'appuntamento. Tanta gente
avrebbe voluto essere con noi domani. Ma davanti a un nemico che
non si vede, dobbiamo stare attenti. Rappresenteremo tutti con la stessa
commozione di sempre. Lo devo alla mia gente, a chi ha combattuto, a chi
lotta per i pericoli del presente. E come ogni anno non smetterò mai di
chiedere verità e giustizia su questa strage. Per noi è un fatto grave e
vergognoso che, anche con tante testimonianze su chi sparò a Portella,
non sia stata scritta una parola definitiva sull'eccidio. Lo dobbiamo ai
giovani, anche a quelli che verranno domani, che chiederanno di conoscere la
verità”. “Quel giorno - ricorda Petta – eravamo in quattro della mia
famiglia, mio padre, mio fratello e mia sorella, di 7 anni. Io avevo 16
anni. Quando spararono, mi nascosi in una buca. Mia sorella era sul mulo
con mio cugino, che la prese subito in braccio e il mulo scappò via. Io
sono rimasto in quella buca fino alla fine della sparatoria”.
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