venerdì, aprile 17, 2020

L'affetto di Sepùlveda per la Sicilia e per Camilleri

Luis Sepùlveda
di PIETRO SCAGLIONE
Lo scrittore cileno Luis Sepulveda (scomparso all'età di 70 anni, a causa del Covid 19) nutriva amore per la Sicilia e ammirazione per Andrea Camilleri. "Con la Sicilia non si può che avere un rapporto d’amore", dichiarò, nella cornice del Teatro Antico di Taormina, nel settembre del 2014, quando ricevette il "Taobuk Award for Literary Excellence". Due anni dopo, nel 2016, nel Foyer del Teatro Bellini di Catania, in occasione della consegna del "Premio Sicilia" (sempre nell'ambito del TAOBUK taormina book festival), Sepulveda aggiunse altre parole al miele: "La sicilianità è qualcosa di straordinario, l’aspetto che amo di più della Sicilia. È un’attitudine umana, una forma dell’essere che si traduce in qualità come per esempio l’ospitalità, un pregio tipico dei siciliani”.

Durante la conferenza stampa, Luis Sepulveda raccontò anche un aneddotto sul suo legame con Andrea Camilleri: "Tanti anni fa, la mia casa editrice Guanda Editore mi disse che lui sarebbe arrivato da lì a poco in Spagna e che aveva il desiderio di salutarmi. Risposi che sarei stato io a volere salutare lui. Ho un’ammirazione enorme verso Camilleri, così come verso tanti altri autori siciliani da Luigi Pirandello a Leonardo Sciascia". 
Regista, sceneggiatore, giornalista e scrittore di fama mondiale, Luis Sepulveda nacque ad Ovalle, in Cile, il 3 ottobre del 1949. Trascorse la sua adolescenza a Valparaiso, con i parenti anarchici e antifascisti. Nel 1964 si iscrisse alla Gioventù Comunista Cilena, per poi combattere in Bolivia al fianco dell'Esercito di Liberazione Nazionale. Al suo ritorno in Cile, Sepulveda aderì al Partito Socialista di Salvador Allende, indimenticabile presidente della Repubblica del Cile, ucciso l'11 settembre del 1973 in occasione del golpe militare del generale Pinochet. Sepulveda fu fiero oppositore della dittatura di Pinochet e, per questo motivo, fu perseguitato, arrestato e torturato dal regime.
Nel 1979 si recò in Nicaragua per combattere al fianco delle Brigate Internazionali "Simon Bolivar".
Negli anni Ottanta, al socialismo rivoluzionario affiancò l'ecologismo: appoggiò
Greenpeace International, viaggiò sulle "RainbowWarriors", lottò per la difesa della Foresta dell'Amazzonia e per la tutela dei popoli indigeni.
La figura mitica del sindacalista ambientalista Chico Mendes (leggenda per i popoli dell'Amazzonia) ispirò l'opera "Il vecchio che leggeva romanzi d'amore". Il filone ecologista di Sepulveda comprendeva il diario di viaggio "Patagonia Express", il libro ambientalista "Il mondo alla fine del mondo" e numerose favole dedicate agli animali: "Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare"; "Storia di un cane che insegnò a un bambino la fedeltà"; "Storia di un gatto e del topo che diventò suo amico"; "Storia di una lumaca che scoprì l'importanza della lentezza"; "Storia di una balena bianca raccontata da lei stessa".
Al filone politico appartenevano opere come "La Frontiera scomparsa", "Il generale e il giudice", "La lampada di Aladino", "Storie ribelli", "La fine della Storia" e "Ritratto di gruppo con assenza".
Infine, Luis Sepulveda scrisse anche romanzi introspettivi e noir (come, ad esempio, "Un nome da torero", "L'ombra di quel che eravamo" e "Diario di un killer sentimentale").


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