Il SS. Salvatore di Corleone, dove sono ricoverati anziani |
Da quando è scoppiato lo scandalo del Pio Albergo Trivulzio di Milano e
delle altre Rsa della Lombardia, abbiamo pensato ai nostri anziani ricoverati
nelle case di riposo di Corleone, Bisacquino e degli altri comuni della zona. Sono
protetti dal coronavirus? I lavoratori che vo prestano servizio fruiscono dei
dispositivi di sicurezza necessari? È stata attivata in ciascuna struttura una
nuova organizzazione delle attività, che tenga conto dell’emergenza coronavirus? Abbiamo chiesto al vice-sindaco di
Corleone, Maria Clara Crapisi, che ha la delega ai servizi sociali, e al
direttore f.f. del Distretto sanitario 40 di Corleone, dott. Liborio Moscato,
se stanno provvedendo ad effettuare ispezioni-controllo in queste strutture,
per verificare se gli anziani ricoverati e i lavoratori che vi operano sono “protetti”
dai rischi di contagio del coronavirus.
«Certamente abbiamo richiesto i numeri degli ospiti e del personale, in
accordo con l'asp – dice Maria Clara Crapisi - per predisporre ed effettuare i
tamponi la prossima settimana. Entro il 18 aprile abbiamo chiesto di produrre
questi dati. Durante questo periodo li abbiamo monitorati, anche con
semplici telefonate, sia attraverso i volontari della protezione civile sia io
personalmente. Abbiamo, da fuori le strutture, fatto dei passaggi di persona
per avere notizie circa la situazione all'interno. Finora, grazie a Dio tutto è
tranquillo».
«L’Asp ci sta già pensando e sta chiedendo a tutti sindaci di segnalare
tutte le comunità di questo tipo – ha risposto il dott. Liborio Moscato - in
modo da effettuare una sorveglianza specifica sia per gli ospiti che per gli
operatori. Già l’Assessorato della Salute ha diramato una circolare alle ASP a
proposito del contenimento dell’epidemia da COVID-19 all’interno delle Case di
riposo per anziani (la n. 13253 del 9/4/2020). In virtù di tale circolare
assessoriale, la nostra ASP ha costituito un TEAM PROVINCIALE COVID-19 le cui
funzioni di coordinamento sono state affidate al dott. Domenico Mirabile, Direttore
dell’UOC Igiene degli Ambienti di Vita. È in atto la fase di raccolta dati che
si stanno chiedendo a tutti i Comuni».
Vorremmo far presente al comune di Corleone e a tutti i comuni della zona,
dove insistono case di riposo, e al Distretto sanitario che non sarebbe male
accelerare al massimo queste procedure, rispetto alle quali già si è in grave
ritardo. Raccogliere dati e predisporre ispezioni non dovrebbe essere così
complicato. Tra l’altro, sarebbe più che mai urgente effettuare i tamponi a tutti
i dipendenti di queste e agli anziani ricoverati. Il piano di sanità pubblica dovrebbe
prevedere, infatti, di entrare spesso nelle case di riposo per fare test almeno
ogni 10 giorni a tutti gli ospiti delle case di riposo e ai lavoratori. Prevenire
è sempre meglio di piangere per eventuali (che non sia mai) esplosioni di casi
di coronavirus. (dp)
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