di Giorgio Ruta
È mezzogiorno quando i carabinieri si piazzano all’ingresso del paese: Villafrati è zona rossa, non si può né entrare né uscire. «Andate lassù, lì è cominciato tutto», indica la strada un contadino, puntando la collina. In fondo alla via, coperta da alti muri bianchi, c’è la casa di cura “Villa delle palme”: il più grande focolaio del Palermitano. Qui, dietro un cancello verde, si sono registrati 69 contagi di Covid- 19, di cui uno mortale, più di un terzo dei casi contati nella provincia. Chi abbia portato il virus nella struttura, contagiando pazienti e operatori, non è ancora chiaro, forse un dipendente che aveva avuto contatti con qualcuno proveniente dal Nord, forse una ragazza tornata in paese. Forse.
« Le assicuro
che per noi è l’ultimo problema. Qui stiamo lottando ogni secondo per non abbandonare
i nostri anziani » , racconta, chiedendo l’anonimato, un infermiere che lavora
nella residenza sanitaria assistenziale. Il suo turno è iniziato venerdì scorso
e non è ancora terminato: è stremato, parla con un filo di voce. « Stiamo
svolgendo anche le mansioni dei lavoratori risultati positivi: facciamo gli
infermieri, ma puliamo anche gli anziani, cambiamo i pannoloni, portiamo i
pasti, diamo una mano in cucina dove, su quattro cuochi, ne è rimasto soltanto
uno. Non ricordo da quando tempo non dormo: mi sono steso qualche ora su un
materassino, niente di più. La situazione è tesa: chi è contagiato ha paura e
chi non lo è, come me, è preoccupato che prima o poi arrivi il suo turno.
Aspettiamo un cambio da fuori: non possiamo resistere ancora a lungo».È mezzogiorno quando i carabinieri si piazzano all’ingresso del paese: Villafrati è zona rossa, non si può né entrare né uscire. «Andate lassù, lì è cominciato tutto», indica la strada un contadino, puntando la collina. In fondo alla via, coperta da alti muri bianchi, c’è la casa di cura “Villa delle palme”: il più grande focolaio del Palermitano. Qui, dietro un cancello verde, si sono registrati 69 contagi di Covid- 19, di cui uno mortale, più di un terzo dei casi contati nella provincia. Chi abbia portato il virus nella struttura, contagiando pazienti e operatori, non è ancora chiaro, forse un dipendente che aveva avuto contatti con qualcuno proveniente dal Nord, forse una ragazza tornata in paese. Forse.
Ognuno ha la sua trincea. Quella del sindaco Franco Agnello è nella sua
stanza al primo piano del municipio, dove — per cautela — si entra
soltanto due alla volta. Da qui risponde a prefetto, carabinieri, funzionari
della Regione e a tanti cittadini allarmati. Alle 10 il suo smartphone è già
scarico e i suoi occhi segnati dalle occhiaie. « Non è un momento facile per
noi, ma ce la faremo, stiamo reagendo bene » , dice per farsi forza. Le
famiglie dei “ positivi” della casa di cura andranno in isolamento, per essere
poi sottoposti al tampone: vivono a Villafrati, ma anche in altri 17 comuni del
circondario. « In questi giorni è circolato un audio che indicava una ragazza
come la fonte del contagio. Non ha alcuna attendibilità e soprattutto non ha
senso dare la caccia all’untore. Certo, qualcuno da fuori l’avrà portato il
virus», ragiona, prima di rispondere ancora una volta al telefono.
« Restate a casa. Nessuno può uscire dal comune», continua a ripetere
l’altoparlante montato sull’auto della Protezione civile. Nelle vie del paese
non si vede nessuno. Mentre sulla collina i sanitari e gli operatori ancora
sani non hanno tregua: « La cosa che mi angoscia di più — dice l’infermiere —
sono le espressioni dei vecchietti: non sorridono più. E ancora non gli abbiamo
detto che uno di loro è morto».
k Casa di cura L’ingresso di “Villa delle palme” la residenza
sanitaria assistenziale di Villafrati in cui è esploso l’allarme
coronavirus (foto Igor Petyx)
La Repubblica Palermo, 25 marzo 2020
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