Don Luigi Ciotti |
LUIGI CIOTTI *
Cari
Amici, come da
sempre sottolineiamo, il 21 marzo, “Giornata della Memoria e dell’Impegno”, è
una tappa – certo importante, di alto valore simbolico – di un percorso
quotidiano, segmento di un cammino che sin dalla nascita di Libera, venticinque
anni fa, è scandito da tre ingredienti fondamentali: la continuità, la
corresponsabilità, la condivisione. Più che mai è vero
quest’anno, costretti come siamo a rimandare l’incontro con Palermo e la
Sicilia – terra a cui ci lega affetto e riconoscenza – per i noti motivi
legati all’emergenza sanitaria nazionale. L’incontro è però solo rinviato
a ottobre, per la precisione ai giorni 23 e 24, fermo restando che essendo il
21 marzo data segnata nelle coscienze prima che nei calendari, anche quest’anno
sarà per tutti noi occasione di riflessione e approfondimento.
Sì, perché mai come in questo
frangente storico, nonostante il grande impegno di magistratura e forze di
polizia, le mafie sono forti e potenti. Potenti perché insediate in un sistema
economico-finanziario che, se non criminale, è criminogeno, e che, se non ha
accolto le mafie, non ha fatto certo nulla per impedirne l’accesso, in un
intreccio di omissioni, “distrazioni” e complicità. Ed ecco
non solo le “zone grigie” ma l’osmosi che si è creata fra
legale e illegale: da un lato mafie in “guanti bianchi”,
flessibili, reticolari, imprenditrici e sempre più globali, dall’altro la
corruzione e la “mafiosizzazione” di vaste parti di società e
dei poteri che le rappresentano.
È evidente allora che la lotta alle
mafie ha bisogno non solo di un maggiore impegno ma di un nuovo paradigma,
preso atto che un paradigma non è uno “schema” ma una sintesi
sempre aperta e mobile di un modo d’essere e di vivere l’impegno, dettato da
nuove e più profonde consapevolezze.
Ecco perché quest’imprevisto ma
necessario rinvio della “Giornata” di Palermo può
e deve essere vissuto come un’occasione. Per continuare nel nostro cammino
con maggiore determinazione nella consapevolezza che il contrasto alle
organizzazioni criminali prima che repressivo dev’essere sociale, educativo e
culturale, a cominciare dalle scuole di cui molti di voi rappresentano un
prezioso patrimonio e dalla conoscenza di cui tutti voi siete affamati.
Ma continua, il nostro cammino,
anche nella convinzione che c’è una cosa, nel corso degli anni, che deve
restare invece immutata: lo sforzo di camminare insieme, di unire le forze, di
essere un “noi” non solo di nome ma di fatto, un “noi” consapevole
e solidale.
Ciao. Vi auguro di riempire la
vostra vita di vita, di senso, di significato, di speranza.
* Presidente e fondatore di Libera. Associazioni, nomi e numeri
contro le mafie
il 6 marzo 2020
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