Maria Jolanda Canzoneri |
DINO PATERNOSTRO*
Quel 5 maggio 1937, Corleone non venne
alla ribalta della cronaca per un delitto di mafia, ma l’impressione e il dolore
della gente fu ancora più grande. I morti di mafia, infatti, in un paese che
nelle sue strade ne aveva contati a decine, venivano ormai guardati con una
certa rassegnazione. Nessuna rassegnazione, invece, poteva esserci per quella
improvvisa tragedia, scoppiata nella grande casa di via San Martino, casa
Canzoneri. Arrivati sul posto, gli stessi investigatori stentavano a credere ai
loro occhi. In una stanza del primo piano, annegati in un lago di sangue,
trovarono i corpi ormai privi di vita di un uomo maturo e di una ragazza. Zio e
nipote. Antonino e Maria Jolanda Canzoneri. E, quando capirono cos’era
accaduto, l’orrore fu ancora più grande. Ad uccidere Maria Jolanda, con numerosi
colpi di pistola, era stato lo zio, don Nino, fratello della madre, che poi aveva rivolto l’arma contro di sé,
togliendosi a sua volta la vita.
* pubblicato su La Sicilia del 7 agosto 2005
Il perché di quell’omicidio-suicidio è presto
detto. Antonino Canzoneri, che per la differenza d.età poteva venirle padre, si
era perdutamente invaghito della nipote. Per lei aveva letteralmente perso la
testa. E quando, quel 5 maggio, fu respinto per l’ennesima volta, non ci vide più
dagli occhi. Estrasse una pistola dalla tasca della giacca, la puntò verso la terrorizzata
Maria Jolanda e fece più volte fuoco. Poi, puntò l’arma alla sua tempia e
premette un’altra volta il grilletto. Chi quasi impazzì per il dolore, fu l’anziana
madre di Maria Jolanda, donna Giovanna Canzoneri, che non seppe darsi pace per
l’accaduto. La donna, vedova di don Nicolò Canzoneri, d’un colpo, si vide
privata della giovane figlia e del fratello.
E, per giunta, in maniera così tragica, con una motivazione così infamante,
fare a pezzi l’onore della famiglia. Maria Jolanda era una giovane donna, ricca
e carina. Aveva un fidanzato, Gino Mandalà, un imprenditore originario di Piana
degli Albanesi, che gestiva un servizio di trasporto pubblico tra Corleone e Palermo. Dovevano sposarsi,
sembravano destinati ad una vita serena, ma quella tragedia inaspettata sconvolse
tutto. Non fu facile per donna Giovanna ricominciare a vivere. Ci riuscì, dedicando
il resto della esistenza alla memoria della figlia. Prima le fece costruire un’imponente cappella al
cimitero. Poi, cominciò a pensare a qualcosa di più importante, di più utile
per il paese. Decise di trasformare la sua grande casa, che aveva un ingresso
su via San Martino ed un altro su piazza Nascè, in un istituto per l’istruzione
delle ragazze povere, che portasse il nome della figlia. «Come contropartita
chiese solo la sopravvivenza del nome di Jolanda, una messa al mese e le
quarant’ore nella chiesa del cimitero ogni anno, in coincidenza con l’anniversario
della morte della figlia», racconta Nonuccio Anselmo nel secondo volume del suo
«Corleone Novecento», rievocando la tragica vicenda.
Ma, da lì a qualche anno, sarebbe scoppiata
la seconda guerra mondiale e lo Stato italiano ebbe subito altro a cui pensare.
Donna Giovanna, quindi, dovette momentaneamente chiudere il suo sogno in un
cassetto. Poté riaprirlo solo l’8 aprile 1948, quando il notaio palermitano,
Isidoro Di Carlo, redasse l’atto di fondazione del «Pio Istituto Maria Jolanda Canzoneri»,
allo scopo - fece scrivere la madre - «di onorare degnamente della diletta mia
figlia Liboria Maria Jolanda Lucia Canzoneri fu Nicolò, con opere di bene, a vantaggio e sollievo delle
abbandonate, delle derelitte ed orfane». E, nel dopoguerra, per circa vent’anni,
l’istituto cominciò veramente a funzionare, prima accogliendo povere orfanelle e poi trasformandosi
in una scuola di economia domestica. Fu un’opera meritoria, capace
in un primo periodo di offrire a tante ragazze povere l’opportunità di un tetto
e di un pasto caldo. E, successivamente, un canale d’istruzione al femminile, per
tante ragazze il cui futuro, altrimenti, sarebbe stato quello di starsene a casa
per lavare i piatti e rifare i letti. Purtroppo, negli anni .80, in difficoltà
economiche e con un corso di studi ormai superato, l’Istituto Canzoneri ha
dovuto chiudere i battenti, venendo meno agli
scopi per cui era stato fondato.
L'Istituto M. Jolanda Canzoneri |
LE SCUOLE DI CORLEONE
(d.p.) Pur essendo Corleone un comune
dell.interno della Sicilia, dove il latifondo la faceva
da padrone, già negli anni Trenta
esisteva una rete scolastica dignitosa. C’erano, ovviamente, le scuole
elementari, dirette da Antonino Perrino. E le complementari, dirette da
Giovanni Lipari. C’era anche la Cattedra ambulante di Agricoltura, diretta da
Enrico Salvatore Scalabrino, con sede in via San Martino, la stessa strada di
casa Canzoneri. A questa cattedra il comune aveva concesso la Silva dei
Cappuccini, utilizzata come campo sperimentale. Qualche tempo dopo, la Cattedra
era stata sostituita dall’Avviamento Professionale, intitolato al noto incisore
corleonese del .700 Giuseppe Vasi, vissuto alla corte dei papi. Il nuovo
istituto fu diretto da Domenico Battaglia. Dal 1943, però, a fare concorrenza
all’Avviamento ci fu la scuola media, che, dall’anno scolastico 1961/62, l’avrebbe
soppianto definitivamente.
Il fiore all’occhiello di Corleone
era, comunque, il Regio Ginnasio, istituito subito dopo la rivoluzione del
1860. Ma rappresentava un corso di studi incompleto, perché mancavano le tre
classi del liceo. Per colmare questa lacuna, nel 1929, fu avanzata al governo
la richiesta di istituire anche il Regio Liceo Classico. Dovettero passare
alcuni anni, ma poi finalmente, nel 1935, la richiesta venne accolta dal
ministro per l’Educazione nazionale Cesare Maria De Vecchi. «La prima classe -
racconta ancora Nonuccio Anselmo - era stata formata per l’anno scolastico
1935-36 e a reggere il nuovo istituto era stato inviato il prof. Vittorio Gualteri».
In quegli anni, comunque, la «madre» di tutti i problemi delle scuole corleonesi
erano le sedi. Infatti, tutte erano ospitate in locali non adatti. Solo a
partire dagli anni .50, con la costruzione delle scuole elementari di Santa Maria,
ebbe inizio una vera
politica per l’edilizia scolastica. Negli
anni .70 sarebbe stato definito l’edificio per la scuola media. E, solo col
prossimo anno scolastico 2005/2006, finalmente tutte le scuole superiori
di Corleone (classico, scientifico,
psico-pedagogico e agraria) avranno locali degni di questo nome.
La Sicilia, 5 agosto 2005
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