Leoluca Orlando ed Emilio Arcuri |
di Salvo Palazzolo
Ai domiciliari due funzionari, i consiglieri Lo Cascio
e Terrani, un architetto e due imprenditori “ Strettissima contiguità fra Li
Castri e Arcuri”. Alloggi in ex aree industriali: i piani bocciati in aula
Si stupì lo stesso imprenditore che aveva
grandi progetti edilizi sulle ex aree industriali di Palermo: « Io non ci
credevo che fosse così cretino da firmarne quattro » . L’architetto Mario Li
Castri, l’allora potente capo dell’Area tecnica del Comune, aveva dato il via
libera a quattro progetti per 350 alloggi firmati dal suo ex collega di studio,
Fabio Seminerio. « È un imbecille» : il costruttore Giovanni Lupo aveva paura
di essere scoperto.
«Delirio di onnipotenza» , commentava un altro
superburocrate del Comune, Giuseppe Monteleone. E, intanto, il nucleo di
polizia economico- finanziaria della Finanza e il nucleo investigativo dei
Carabinieri continuavano a registrare. C’era un grande imbroglio dietro il
progetto di edilizia sociale residenziale convenzionata attorno alle aree di
via Maltese ( ex Keller), via Messina Marine e via San Lorenzo. L’indagine
coordinata dal procuratore aggiunto Sergio Demontis e dai sostituti Giovanni
Antoci e Andrea Fusco ha svelato il comitato d’affari che puntava ad aggirare
il piano regolare con una delibera del Consiglio comunale che avrebbe dovuto
attestare «l’interesse pubblico» all’operazione (delibera che per fortuna è
stata bocciata).
In sette sono stati arrestati. Due consiglieri di Sala delle Lapidi:
Giovanni Lo Cascio, 50 anni, capogruppo del Pd, è il presidente della
commissione Urbanistica del Comune che avrebbe dovuto esaminare il progetto; e
Sandro Terrani, 51 anni, capogruppo di Italia viva, membro della commissione
Bilancio. Domiciliari anche per due funzionari comunali: Mario Li Castri, 54
anni, ex dirigente dell’Area tecnica del Comune; e Giuseppe Monteleone, 59
anni, già dirigente dello Sportello unico delle Attività produttive. Stesso
provvedimento per l’architetto Fabio Seminerio, 57 anni, e per gli imprenditori
Giovanni Lupo, 77 anni, e Francesco La Corte, 47, della “ Biocasa srl”.
All’architetto Agostino Minnuto, 60 anni, è stato invece notificato l’obbligo
di presentazione quotidiana alla polizia giudiziaria.
« Un sistema corruttivo — lo chiama il gip Michele Guarnotta — innervatosi
da almeno tre lustri all’interno degli uffici tecnici del Comune, a causa delle
continue e pervicaci malversazioni poste in essere in primis dagli indagati Li
Castri e Monteleone, evidentemente abili a sfruttare ripetutamente la
deplorevole inerzia degli stessi organi di controllo comunali, chiaramente
dimostratisi del tutto incapaci di difendere l’ente locale». I due
superburocrati erano già stati condannati per lottizzazione abusiva, per la
costruzione delle loro ville a Mondello, ma continuavano ad avere la fiducia
dell’amministrazione. Lo dice chiaramente il giudice che ha firmato il loro
arresto: «Continuano a godere di un’ampia fiducia all’interno degli
organigrammi comunali, sicché appare chiaro che in assenza di un’adeguata
misura cautelare potranno continuare a beneficiare di incarichi apicali
all’interno dell’area tecnica e di ogni altra struttura amministrativa affine».
Parole pesantissime. Li Castri, annota il giudice, « continua ad avere, al
di là degli incarichi formalmente rivestiti, un inusitato potere decisionale in
relazione all’intera organizzazione comunale » . E, soprattutto, una «
strettissima contiguità — questa l’espressione utilizzata dal giudice —
con l’assessore Emilio Arcuri » , descritto come « uno dei principali sponsor »
di Li Castri. Nel provvedimento di arresto è riportata un’intercettazione in
cui l’esponente politico chiede consigli al funzionario su come far ruotare gli
incarichi all’interno dell’Area tecnica. Eppure, in un altro dialogo, fra
l’assessore e Paola Di Trapani (la dirigente del settore Risorse umane), era lo
stesso Arcuri a chiamare ironicamente Li Castri « un imbroglione » . Anche quel
dialogo è finito intercettato, anche se Arcuri non risulta indagato.
«Guardi che Li Castri alla Mobilità si può fare ricco — diceva Arcuri alla
dirigente — quindi state attenti dove lo mandate». L’avrà pure detto
ironicamente, ma in un’altra telefonata intercettata Arcuri diceva di aver
«firmato col mal di pancia» gli atti riguardanti i piani di costruzione nelle
ex aree industriali, atti che erano stati il primo passo dell’iter che stava
tanto a cuore al “ comitato d’affari”. « Io non avrei fatto neanche questi —
diceva ancora Arcuri — Però, voglio dire, pensate al riuso di quegli spazi
piuttosto che immaginarli come aree edificabili».
Ma alla fine si era lasciato convincere dal fidato dirigente. E tanta
fiducia l’amministrazione ha continuato ad avere in Li Castri che gli era stata
affidata anche la presidenza della commissione che ha assegnato l’appalto per
le nuove linee del tram.
La Repubblica Palermo, 1 marzo 2020
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