La navata centrale della Chiesa Madre |
Dopo più di anno di
lavori riapre la Chiesa Madre di Corleone. La nascita della Chiesa
più grande e rappresentativa di Corleone dedicata a San Martino Vescovo di
Tours risale al lontano 1382. Nel 1663 avviene la costruzione della bellissima
cupola, affrescata dopo circa un secolo da Carmelo Salpietra, mentre nel 1769 la
chiesa subisce già la terza fase di ricostruzione secondo il progetto del
sacerdote Romano, con la realizzazione del transetto, della cupola, del coro,
dell’abside e con l’ubicazione a sud-est delle due cappelle del SS. Sacramento
e della Madonna del Soccorso. Tra la fine dell'ottocento e i primi del
novecento furono prima innalzati i due campanili e ricostruita la gradinata e
poi affrescata la volta della navata centrale con scene della vita di S.
Martino per opera del pittore Filippo Fazzone di Palermo. Infine, nel 1925 avviene
la posa dell'attuale pavimentazione di marmo bianco.
Da febbraio 2019 a oggi si sono eseguiti i lavori di ammodernamento
degli impianti tecnologici della chiesa, insieme con alcuni interventi di
restauro conservativo.
I lavori sono stati progettati e diretti dall'ingegnere
Vincenzo Iannazzo e dall'architetto Salvatore Saporito, con la collaborazione
anche dell'architetto Laura Zabbia per gli aspetti storici-artistici.
La sovrintendenza ai beni culturali di Palermo ha
autorizzato e sovrinteso l'intero progetto.
L'opera è stata finanziata in parte mediante l'otto per
mille della CEI tramite la Diocesi Monreale e in parte dalla parrocchia San
Martino, parrocchia che ha dovuto fronteggiare economicamente nuovi interventi
sopravvenuti in corso d'opera e non preventivati in fase progettuale.
In corso d'opera si sono registrate alcune offerte libere
per coprire per l'appunto tutte le nuove lavorazioni di restauro e di messa in
sicurezza della zona transetto. Ma sono ben accette, come lo stesso Don Vincenzo
Pizzitola ci tiene a far presente, altre libere offerte per coprire le
tantissime spese effettuate e non previste inizialmente.
In cosa è consistito questo corposo intervento?
Tutto prendeva il via dall'intero sistema di
distribuzione elettrica, di messa terra e d'illuminazione, impianti ormai di
antica fattura e non più conformi alle normative vigenti; queste installazioni
presentavano rischi d'innesco incendi per surriscaldamento dei cavi e di
conseguenza richiedevano un improcrastinabile intervento. A questo si aggiungeva
un inidoneo impianto illuminotecnico e di diffusione sonora. Infine, in diverse
aree della chiesa, erano presenti condizioni di degrado sia alle murature sia
agli intonaci, degradi che richiedevano opere di risanamento e di restauro.
Il progetto ha dotato la
Chiesa Madre di un nuovo e moderno impianto elettrico e illuminotecnico, con distribuzione
cavi certificati e non propaganti l'incendio, luci a led di nuova generazione adeguandone
il numero dei corpi illuminanti posti a quote diverse lungo i cornicioni, al
contempo mantenendo anche i pregevoli corpi illuminanti (illuminazione via
crucis e candelabri navata centrale) mediante l'adeguamento dei circuiti
interni e la sostituzione delle lampade con moderne a led. L'installazione di
luci di emergenza, dell'impianto d'allarme e l'installazione di un moderno
impianto di diffusione sonora ha completato l'apparato tecnologico della
chiesa. Internamente, chilometri di cavi e di tubazioni scorrono sotto la
pavimentazione di marmo, che a conclusione dell'intervento è stata ripristinata
e lucidata e lungo i cornicioni a quota tredici metri.
L'attuale pavimentazione
di marmo nasconde l'antico piano cinquecentesco in mattoni di creta. Tale
pavimento è stato volutamente ricercato nel corso dei lavori, per poi essere
rinvenuto durante un saggio; la decisione di lasciarlo a vista con un sistema
di vetri strutturali e telaio di ventilazione anticondensa che ne consentisse
la vista come testimonianza storica del passato è stata presa in corso d'opera di
concerto con i tecnici della sovrintendenza.
Contemporaneamente ai lavori sugli impianti tecnologici,
si sono eseguiti diversi interventi di restauro conservativo sia per risanare aree
d'intonaci interessati da fenomeni di umidità di risalita nella zona absidale
sia per mettere in sicurezza alcune porzioni delle volte del transetto: a causa
d'infiltrazioni d'acque piovane esse presentavano parti consistenti d'intonaci
parzialmente distaccate dal supporto murario e rischiavano pericolosamente di
staccarsi.
Infine, tutte le superfici interessate dai lavori sono state
nuovamente tinteggiate con materiali a base calce naturale, prodotti idonei per
opere di restauro; la scelta di questi materiali è stata suggerita dalla stessa
sovrintendenza, con la quale si è concordata costantemente sia la scelta delle tonalità
pittoriche, sia alcune variazioni cromatiche rispetto a quelle già presenti
all'interno della chiesa.
Progettisti e Direttori dei Lavori:
Ingegnere Vincenzo Iannazzo
Architetto Salvatore Saporito
Collaboratrice per gli aspetti
storici artistici architetto Laura Zabbia
Sovrintendente per i
Beni Culturali architetto Salvatore Conigliaro
Ditte impegnate nella realizzazione del progetto:
o
Bianchino Giuseppe (lavori edili e di risanamento);
o
Lanza Calogero (impianti tecnologici)
o
Bruno Gianfranco (impianti tecnologici)
o
ICI di Sparacio Salvatore (impianto allarme)
o
Cipolla Giuseppe (opere di restauro e di tinteggiatura)
o
Quaglino Domenico (opere di falegnameria e arredi)
o
Cavallino Giovanni (lucidatura marmi)
o
Savona Giuseppe (vetri)
Corleone 29 febbraio 2020
Vista del pavimento antico |
Lavori in corso |
Lavori in corso... |
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