di MATTEO PUCCIARELLI
Le aperture dei ministri del Pd dopo la lettera del
movimento al premier. Provenzano: “Incontriamoci sui temi del Mezzogiorno”.
L’invito del 5S Brescia: “Lavoriamo insieme su cittadinanza, accoglienza e
diritti civili”
MILANO — La lettera delle 6000 sardine per Giuseppe Conte e pubblicata
ieri da Repubblica è «uno straordinario contributo politico e
civile», dice Nicola Zingaretti. Il dovere del Pd, aggiunge, è quello di
«rispondere alla loro esigenza di contare e incidere su grandi questioni che
riguardano il futuro dell’Italia». Sono diverse le reazioni all’appello del
movimento nato a Bologna, centrato su tre parole d’ordine (sud, dignità e
sicurezza, in primis quella sul lavoro). «Non amo enfatizzare — spiega il
ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia — ma credo che le sardine
siano state la scossa civica e politica più bella e sana di questi anni.
Nel
Paese c’è un fronte sociale ampio che può ritrovarsi nella stessa rete e su
un’agenda condivisa. Su questa sfida il Pd è aperto al confronto e l’azione del
governo ne sarà la dimostrazione più evidente. La sfida è comune e va
raccolta». Mentre il ministro per il Sud Giuseppe Provenzano parla di “gratitudine”:
«Voi centrate — si rivolge alle sardine — un punto decisivo. Non basta
un’azione politica, ad ogni livello di governo, se non accompagnata dal
protagonismo sociale della cittadinanza ». E annuncia la volontà di ospitare un
incontro sulla questione meridionale proprio al ministero. Per il
sottosegretario alla presidenza del Consiglio Andrea Martella «i contenuti e i
toni della lettera delle sardine sono apprezzabili. È giusto che ci si
confronti per l’agenda di governo e come Pd. L’ambizione del governo è proprio
quella di costruire un ponte tra la nostra azione e le necessità dei cittadini.
Le sardine sono state fondamentali per la vittoria in Emilia- Romagna, non
hanno sbagliato una mossa, così come noi, che abbiamo evitato ambizioni
egemoniche e ci siamo ben guardati dal mettergli su il cappello. È il modo
giusto per dialogare. E così dobbiamo proseguire, accogliendo le sardine come
aria fresca, nuova, che fa bene». Pensiero simile a quello di Maurizio Martina:
«La lettera è un contributo prezioso. Per il linguaggio usato, per il merito
delle tre questioni essenziali poste e per la volontà esplicita di dialogo
che esprimono. Si conferma in modo inequivocabile la loro identità
“costruttiva” e l’ambizione di essere parte di un rinnovamento della democrazia.
È venuto il tempo di incontrarsi per lavorare insieme per l’Italia, a noi ora
il compito di spalancare porte e finestre». Le sardine «vogliono stare, con la
loro indipendenza, nel confronto politico per avere un paese più coraggioso»,
fa notare l’europarlamentare pd Pierfrancesco Majorino.
Dalle parti di Italia Viva, Luigi Marattin commenta che «quando cittadini
si mettono in gioco, vanno sempre rispettati e ringraziati, pecialmente in
tempi di menefreghismo dilagante. Tuttavia valuto le posizioni politiche
facendomi una sola preliminare domanda: si poteva non dire questa frase? In un
paio di occasioni, leggendo quella lettera, mi sono risposto sì: il richiamo
alla competenza e alla buona informazione non solo non è scontato, ma mi trova
completamente d’accordo. In tante altre, onestamente, no. Sì a istruzione, viva
la dignità, cerchiamo più partecipazione: dubito che questi concetti, così
declinati, possano trovare qualcuno contrario». Angelo Bonelli dei Verdi fa
notare però di non «aver letto alcun accenno all’emergenza climatica come
priorità da proporre al governo». Secondo il 5 Stelle Giuseppe Brescia,
presidente della commissione Affari costituzionali della Camera, le sardine
«sono la dimostrazione che nel paese c’è tanta gente che rifiuta la propaganda
di Salvini e Meloni e si aspetta dal Pd e dal M5S politiche progressiste che
tardano ad arrivare. Mettiamoci al lavoro per cominciare a dare loro qualche
risposta su cittadinanza, accoglienza e diritti civili».
La Repubblica, 2 febbraio 2020
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