PIETRO SCAGLIONE
La solidarietà non conosce confini di etnia e religione. E la scienza non
conosce distinzioni tra lavoro stabile e precario. Le comunità islamiche raccolgono fondi per le popolazioni italiane
colpite dal Coronavirus: una nobile iniziativa umanitaria in grado anche di
cancellare gli assurdi pregiudizi islamofobi. Intanto vi sono anche 3
ricercatrici precarie nel team dell'Ospedale Sacco protagonista della scoperta
del ceppo italiano del Coronavirus.
L’ UCOII - Unione delle Comunità Islamiche d'Italia invita tutti i centri
islamici, le moschee e i singoli a contribuire attivamente per “fronteggiare
insieme l’emergenza” e promuove una raccolta fondi per l’acquisto di mascherine
per le aree dei focolai.
“L'Italia - si legge nell'appello dell'Ucoi - sta
vivendo in questi giorni una grande emergenza dovuta al propagarsi del
coronavirus in diverse regioni. Vista la scarsità di mascherine mediche che
aiutano a limitare la veloce propagazione del virus e rendendosi questa
necessaria ormai, nelle aree a rischio, anche per poter accedere ai servizi
essenziali, l’Unione delle Comunità Islamiche d’Italia, applicando i principi
islamici di solidarietà, invita tutte le comunità islamiche italiane a
contribuire al fine di creare degli approvvigionamenti di mascherine e
materiale necessario per affrontare l’emergenza in corso”.
Tutto il materiale acquistato sarà consegnato gratuitamente alla
cittadinanza tramite le Comunità islamiche locali ed in coordinamento con le
autorità locali delle aree a rischio, nonché agli istituti sanitari che ne
avessero necessità. L’invito è aperto anche ai singoli fedeli e cittadini
tramite i canali indicati nel sito web http://www.ucoii.org/emergenzacovid19/
LA SCOPERTA DEGLI SCIENZIATI SUL VIRUS AUTOCTONO
Nell'Italia che, secondo il bilancio della Protezione Civile aggiornato al
27 febbraio, annovera 650 casi di coronavirus, 45 guarigioni e 17 vittime,
suscita speranza e ammirazione la scoperta dei ricercatori dell' Ospedale Sacco
di Milano sul ceppo italiano del Coronavirus Covid 19.
"Abbiamo isolato il virus di 4 pazienti di Codogno. Siamo riusciti a
isolare virus autoctoni, molto simili tra loro ma con le differenze legate allo
sviluppo in ogni singolo paziente", annuncia il professor Massimo Galli,
direttore dell'Istituto di scienze biomediche, presentando i risultati della
preziosa ricerca coordinata dalla professoressa Claudia Ballotta.
Protagonista della scoperta il team del quale fanno parte anche 3
ricercatrici precarie italiane (Alessia Loi, Annalisa Bergna e Arianna
Gabrieli) insieme al collega polacco Maciej Tarkowski e al professor
Gianguglielmo Zehender.
La scoperta dell'Ospedale Sacco sul ceppo italiano e sul focolaio autoctono
del Coronavirus (in Lombardia e Veneto) potrà aiutare i ricercatori a
"seguire le sequenze molecolari e tracciare ogni singolo virus per capire
cos'è successo, come ha fatto a circolare e in quanto tempo"; in seguito
si potrà studiare come sviluppare vaccini e anticorpi in grado di proteggerci
dal Covid-19.
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