Un momento dell'intitolazione della via a Nicolò Azoti |
Palermo 27 gennaio 2020 - “Oggi si conclude una fase e se ne apre un'altra.
Chiediamo al Comune di Palermo di continuare con le intitolazioni di
strade nei quartieri affinché tutti i 69 dirigenti sindacali trucidati nelle
province siciliane possano avere un luogo della memoria a Palermo. Palermo, con
le strade dedicate ai protagonisti del movimento sindacale uccisi, continua a
essere un punto fermo nel contrasto alla mafia”. GUARDA LE FOTO
Lo ha dichiarato il segretario generale Cgil
Palermo Enzo Campo oggi alla cerimonia conclusiva delle “Vie dei diritti”,
durante l'intitolazione dell'ex via dell'Ermellino a Nicolò Azoti, segretario
della Camera del Lavoro di Baucina, ucciso il 21 dicembre 1946, cinque mesi
prima della strage di Portella della Ginestra. Alla cerimonia erano presenti,
oltre al segretario Cgil Enzo Campo, il sindaco di Palermo Leoluca
Orlando, il sindaco di Baucina Fortunato Basile e la figlia del sindacalista,
Antonella Azoti.
Il segretario Cgil ha ricordato tutti i nomi
dei sindacalisti ai quali sono state intitolate in poco più di un anno 19
strade a Palermo. La prima intitolazione delle “Vie dei diritti”,
manifestazione portata avanti dalla Cgil Palermo assieme al Comune di Palermo,
risale al 5 dicembre 2018, quando Largo del Camoscio è stato intestato a
Giuseppe Puntarello, segretario della Camera del Lavoro di Villabate, ucciso il
4 dicembre del '47. Strada dopo strada, ricorrenza dopo ricorrenza, è stata
trasformata la toponomastica del quartiere di Bonagia.
“Oggi il ciclo delle vie dei diritti si conclude nel
ricordo di Nicolò Azoti, dirigente sindacale che nella sua Baucina
organizzava i lavoratori che lottavano perché si applicassero le leggi per le
terre incolte o malcoltivate, che dovevano essere affidate ai braccianti poveri
– ha detto Enzo Campo – Fu trucidato come tanti altri dirigenti sindacali,
braccianti e contadini che ora in questo quartiere vengono ricordati come
partigiani della libertà e costruttori della nostra Costituzione. La memoria
del movimento contadino, dei tanti che hanno lottato per la
giustizia, la dignità, la libertà, per la terra, è
fondamentale per l'appartenenza a una comunità. Quando si intitolano
strade e piazze e si celebrano il ricordo e la memoria, non si guarda
solo al passato di migliaia di uomini e donne che hanno combattuto per il
lavoro e i diritti ma si parla alla condizione presente: ora come
allora il tema fondamentale era ed è il lavoro, la possibilità delle persone di
emanciparsi e di vivere dignitosamente con il proprio lavoro”.
La Cgil, per dare seguito alle “Vie dei diritti”,
sta portando alle stampe anche un “Calendario della Memoria”, da
distribuire anche in versione e-book alle scuole. E aprirà una Camera del
lavoro nel quartiere.
“I sindacalisti sono stati essi stessi la prima Carta
costituzionale perché diedero ai contadini coscienza dei loro diritti,
ancora prima che la Costituzione fosse sancita – ha detto Antonella Azoti, che
aveva 4 anni quando il padre venne ucciso – Per tanti anni questi morti sono
stati confinati nell'oblio, sono rimasti solo nel ricordo dei loro
familiari, un ricordo coltivato quasi di nascosto, tra le pareti domestiche. Ma
questa non è memoria, è solo sofferenza, il lutto ha bisogno di
essere condiviso, serve un percorso di ricucitura delle ferite per il suo
superamento. Noi questo non l'abbiamo avuto. Per me la condivisione è
arrivata sotto l'albero Flacone, dopo la strage. E per nessuno dei sindacalisti
uccisi c'è stata giustizia. La memoria storica per questo diventa per noi
l'unica forma di giustizia”. “Dopo la strada, tassello prezioso per la memoria
– ha aggiunto Antonella Azoti – adesso è importante far conoscere al quartiere
la storia di questi nuovi inquilini, i loro progetti di cambiamento, il
contesto nel quale furono uccisi. La memoria in questo modo diventa
attiva ed efficace, e gli incontri con le associazioni, le scuole, i
circoli si trasformano in occasione utile per parlare di lavoro e delle
necessità degli abitanti. E così i sindacalisti uccisi potranno
continuare ad avere un ruolo nella nostra realtà”.
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