Carlo Alberto Dalla Chiesa nel 1949 nel cortile della caserma dei Carabinieri di Corleone (foto Pietro Oliveri) |
DINO PATERNOSTRO
Il nome di Pietro Oliveri è indissolubilmente legato alla fotografia, alle
foto di Corleone: dei personaggi di questa città, dei suoi monumenti, delle sue
strade, dei suoi vicoli, degli eventi svoltisi nel tempo. Il figlio Pippo ha
coltivato la passione del padre ed ha conservato il suo imponente archivio
fotografico. Un pezzo significativo delle foto di questo archivio sono state
riprodotte nel volume di recente pubblicazione “La Corleone di Pietro Oliveri”,
edizioni Plumelia, curata da Leoluca Cascio, e presentato nei locali del
complesso architettonico di S. Agostino. Sfogliando il volume, prima di restare
incantati di fronte alle foto della Corleone di una volta, si possono leggere
alcune interessanti testimonianze, a cominciare dalla introduzione di Cascio.
Ma una piacevolissima sorpresa è sicuramente trovarvi la prefazione che Nando
Dalla Chiesa, figlio di quel giovane capitano che nel ’49 venne da volontario a
dirigere i Carabinieri di Corleone, ha
voluto dedicare al volume.
Il prof. Dalla Chiesa non si nasconde che la fama mondiale di Corleone è purtroppo legata alla tragica presenza della mafia, a quella mafia di Liggio e Navarra, che il padre conobbe molto bene. E poi ancora di Riina e Provenzano. Ci tiene a sottolineare però che Corleone è ben altro. E da atto al cav. Pietro Oliveri di avere lasciato con i suoi fotogrammi una traccia indelebile di questo “ben altro” che è stata la città di Corleone.
Il prof. Dalla Chiesa non si nasconde che la fama mondiale di Corleone è purtroppo legata alla tragica presenza della mafia, a quella mafia di Liggio e Navarra, che il padre conobbe molto bene. E poi ancora di Riina e Provenzano. Ci tiene a sottolineare però che Corleone è ben altro. E da atto al cav. Pietro Oliveri di avere lasciato con i suoi fotogrammi una traccia indelebile di questo “ben altro” che è stata la città di Corleone.
Ecco le sue parole: «Per quanto a volte sorprendente, la sua Corleone non è
certo una invenzione, non è un’altra Corleone, bensì una realtà corposa,
profonda. Che va dalle straordinarie presenze in città del principe Umberto o
del presidente della Repubblica Giovanni Gronchi, ai cortei nuziali o alle vie
Crucis o alle processioni del Venerdì santo; dall’innocenza delle scuole
elementari e dal ginnasio ai tanti mestieri locali, fino alle auto d’epoca o
alla squadra di calcio. Una autentica miniera di informazioni, una storia
fotografica di quasi mezzo secolo. Un materiale di formidabile interesse sul
piano sociologico e antropologico. Ritratto vivo di una realtà complessa e in
movimento, dentro la più grande storia d’Italia».
Ovviamente si sofferma anche sui fotogrammi del padre negli anni ’40. Nell’ambito
della storia di Corleone di quegli anni, «dentro la quale brilla -e come potrei
non ricordarlo proprio io?- scrive Dalla Chiesa - la storia di un giovane
capitano dei carabinieri, di nome Carlo Alberto dalla Chiesa, che a Corleone
giunse volontario nel 1949. Che tentò invano ma coraggiosamente di dare
giustizia a Placido Rizzotto. Che nei suoi servizi di pattugliamento notturno
contemplò senza fine le stelle luminose piantate nel nero delle gole. Che da
Oliveri venne ripreso con i suoi carabinieri prima dei servizi in camionetta, o
davanti alla caserma che ora ne custodisce i ricordi, o durante giochi
inevitabilmente tutti maschili, momenti di svago in tempi -quelli del bandito
Giuliano- in cui gli uomini dell’Arma venivano falciati a decine». Si tratta –
conclude Nando Dalla Chiesa – di «testimonianze preziose di cui tutti dobbiamo
essere grati, e di cui io sono grato, a Pietro Oliveri, fotografo capace di
interpretare con tanta sensibilità e modernità lo spirito dei suoi tempi e
della sua città. Testimonianze che Pippo Oliveri ha voluto tramandarci. Per
amore filiale, certo. Ma anche per amore della Sicilia e della nostra storia».
Dino Paternostro
ALCUNE IMMAGINI FOTOGRAFICHE DELLA PRESENTAZIONE DEL 21 DIC 2019
Pippo Oliveri e Marina Oddo |
Beatrice Virga e Marina Oddo |
Il pubblico alla presentazione del libro |
Il momento dell'annullo postale |
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