Le invasioni di vacche all'indomani
dello scioglimento del Comune per rischio di infiltrazioni mafiose. "Siamo
accusate di essere la causa di tutti i mali di questa comunità"
di SALVO PALAZZOLO
Due nuovi raid nell’azienda agricola delle
sorelle Napoli, che da mesi ormai si battono contro la mafia dei pascoli, a
Mezzojuso. “Il 26 e il 28 dicembre abbiamo subito le ennesime invasioni da
parte di mandrie di vacche - racconta Irene Napoli - le immagini riprese dalle
telecamere piazzate sul confine con l’istituto zootecnico raccontano ormai uno
stillicidio”. Anna, Ina e Irene hanno subito presentato una denuncia ai carabinieri
della stazione di Mezzojuso.
E’ il primo raid dopo lo scioglimento del Comune per rischio di infiltrazioni mafiose, deciso dal consiglio dei ministri in seguito all’ispezione sollecitata dal prefetto di Palermo Antonella De Miro. “In paese si respira un’aria pesante – dice ancora Irene – come se la causa di tutti i mali di questa comunità fossimo diventate noi. Risultato, continuiamo ad essere isolate”.
Qualche
giorno fa, a casa delle sorelle Napoli è arrivato il ministro per il
Mezzogiorno Giuseppe Provenzano. “Un segnale importante”, dicono le tre sorelle.
“Certo in paese non è che abbia avuto grande accoglienza. Un altro fatto su cui
riflettere. Ma, adesso, contiamo sul lavoro importante che stanno facendo i
commissari arrivati al Comune".
Intanto, al tribunale di Termini Imerese è in corso il processo ai tre accusati di aver organizzato una sequenza di raid nelle terre delle tre donne: il nome più importante è quello di Simone La Barbera, il figlio di Cola, lo storico capomafia legato a Bernardo Provenzano. A Termini, la procura diretta da Ambrogio Cartosio indaga sugli ultimi episodi, che si sono ripetuti soprattutto alla vigilia delle udienze. Recinzioni tagliate e invasione di vacche. Il rituale è sempre lo stesso. Adesso, la curiosa coincidenza dell’incursione dopo lo scioglimento che ha sollevato non poche polemiche in paese.
Sul caso scioglimento, il sindaco Giardina ha annunciato ricorso al Tar, mentre l’ex assessore Nicolò Gebbia, generale in pensione dell’Arma dei carabinieri, continua a lanciare invettive contro tutti coloro – persino i giornalisti – che hanno raccontato il caso delle tre donne che lottano contro la mafia dei pascoli. “Valutiamo tutte le dichiarazioni – dice Irene – riservandoci di presentare querela. E’ stato oltrepassato ogni limite”.
Intanto, al tribunale di Termini Imerese è in corso il processo ai tre accusati di aver organizzato una sequenza di raid nelle terre delle tre donne: il nome più importante è quello di Simone La Barbera, il figlio di Cola, lo storico capomafia legato a Bernardo Provenzano. A Termini, la procura diretta da Ambrogio Cartosio indaga sugli ultimi episodi, che si sono ripetuti soprattutto alla vigilia delle udienze. Recinzioni tagliate e invasione di vacche. Il rituale è sempre lo stesso. Adesso, la curiosa coincidenza dell’incursione dopo lo scioglimento che ha sollevato non poche polemiche in paese.
Sul caso scioglimento, il sindaco Giardina ha annunciato ricorso al Tar, mentre l’ex assessore Nicolò Gebbia, generale in pensione dell’Arma dei carabinieri, continua a lanciare invettive contro tutti coloro – persino i giornalisti – che hanno raccontato il caso delle tre donne che lottano contro la mafia dei pascoli. “Valutiamo tutte le dichiarazioni – dice Irene – riservandoci di presentare querela. E’ stato oltrepassato ogni limite”.
La Repubblica, 31 dicembre 2019
Nessun commento:
Posta un commento