L'intervista a Valeria Sardigna
Ancora due interviste
Gli studenti manifestano davanti al municipio
Anche oggi gli studenti pendolari hanno continuato lo sciopero per protestare contro il ticket sull'abbonamento chiesto dal comune. Un obbligo previsto dalla legge, dicono gli amministratori. Una scelta sbagliata, che va contro il diritto allo studio, obiettano gli studenti.
Per chiarire i rispettivi punti di vista, domani pomeriggio nella sala consiliare del comune si terrà un'assemblea degli studenti pendolari, dei loro genitori e degli amministratori e consiglieri comunali. Una cosa che gli studenti contestano fortemente è la richiesta di anticipazione mensile del costo dell'abbonamento (circa 80 euro), che poi il comune rimborserebbe detraendo il ticket a carico delle famiglie. "Ancora ci devono rimborsare i soldi che abbiamo pagato a settembre, ottobre, novembre e dicembre 2019", dicono gli studenti che frequentano le scuole superiori a Prizzi.
Il trasporto
per gli studenti pendolari è un servizio che è stato istituito con legge
regionale siciliana n. 24 del 26 maggio 1973, nella quale era stato previsto un
contributo ai comuni che non avevano scuole medie superiori, dentro la propria
area urbana, pari al 100% della spesa sostenuta ed iscritta a tal fine in
bilancio.
Nel 2011 la
Regione ha deciso di prevedere un contributo ai comuni pari circa al 50% della spesa
che avevano sostenuto.
A partire
dal 2014 è intervenuta un’altra modifica attraverso la quale la regione
ha istituito un fondo unico dove riversare un proprio contributo ai comuni per
una serie di servizi (trasporto scolastico, asilo nido e polizia municipale), e
pertanto volendo andare a quantificare esattamente la quota che rimane per il
trasporto scolastico siamo ad oggi addirittura scesi al di sotto del 50% delle
somme necessarie.
La sezione
controllo della Corte dei Conti con deliberazione n. 6/2018 del 24.01.2018 ha
ordinato ai comuni siciliani di adottare solo misure economiche urgenti ed
indispensabili, per cui applicando la legge in modo letterale, si possono
assicurare i rimborsi solo dopo avere sostenuto la spesa.
Ma se l’amministrazione
ritiene che il trasporto gratuito degli studenti sia importante per garantire
il diritto allo studio, non sarebbe giusto impegnarsi a rimborsare il 100% delle
spese sostenute da parte delle famiglie? E comunque non potrebbe limitarsi, come fa per la refezione scolastica, a chiedere alle famiglie solo il pagamento del ticket, provvedendo a stipulare direttamente con le ditte di trasporto l'abbonamento? Anticipare circa 80 euro al mese per ogni figlio studente pendolare per qualche famiglia è davvero pesante. Anche perchè i tempi burocratici del rimborso sono imprevedibili.
d.p.
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