Un momento dell'assemblea cittadina |
Sembra che finita la luna di miele
tra i cittadini corleonesi e l’amministrazione Nicolosi, a giudicare dalle
contestazioni venute fuori nell’assemblea di venerdì pomeriggio sul caro-bus. A
tanti genitori degli studenti pendolari non va giù l’idea di dover pagare una
quota di partecipazione al costo del trasporto dei loro figli per recarsi a
scuola nei paesi del circondario. Lo consideravano un loro diritto, il diritto
allo studio. “Adesso questo diritto non c’è più – dicono –. Chi ha denaro può
far scegliere la scuola ai figli, chi non ne ha è fortemente limitato nelle
scelte”.
L’incontro nella sala consiliare doveva servire a chiarire le idee e a
trovare un punto d’incontro tra le richieste degli studenti e delle loro
famiglie e l’applicazione della legge, sostenuta dagli amministratori comunali.
Ad illustrare i motivi (e le leggi) che hanno
spinto il comune ad istituire il ticket sui trasporti degli studenti pendolari
è stato il consigliere di maggioranza Gianfranco Grizzaffi. “Abbiamo fatto il
massimo sforzo per venire incontro ai cittadini, definendo scaglioni di ticket differenziati
per fasce di reddito”. Diversi gli interventi dal pubblico, che hanno
contestato le scelte degli amministratori. Qualcuno ha fatto rilevare – per esempio
– che gli studenti pendolari di Campofiorito, Bisacquino e Chiesa Sclafani non
pagano nessuna quota. Secondo gli amministratori corleonesi, però, è perché non
applicano correttamente le leggi. Qualche genitore è arrivato a gridare che era
meglio quando a Corleone c’erano i commissari. Stranamente, l’assessore alla
pubblica istruzione quasi nemmeno ha parlato, pur essendo titolare della
delicata delega. Ad esasperare i cittadini è sicurante il fatto di dover pagare
un servizio che prima è stato sempre gratuito. Ma più ancora il dover
anticipare mese per mese la somma di circa 80 euro (costo intero dell’abbonamento)
e dover poi aspettarne dal comune il rimborso di una parte. Temono, data la
lentezza della burocrazia, di dover anticipare tutto l’anno e di avere i
rimborsi chissà quando. Per questo ho proposto al sindaco di valutare se è
possibile far pagare ai cittadini solamente le quote di loro pertinenza (i
15-20 euro di ticket), mentre il comune poteva assumersi il compito di
integrarle delle restanti parti e di liquidarle alle aziende di trasporto
interessate.
A concludere l’incontro ha pensato il sindaco
Nicolò Nicolosi, che da politico esperto non ha cercato lo scontro con gli
studenti e le loro famiglie, ma ha spiegato le difficoltà in cui si trovano
oggi i comuni, a causa anche della forte riduzione dei trasferimenti regionali
e statali. Ha sottolineato che le quote a carico delle famiglie saranno ridotte
al minimo. Si è impegnato a portare avanti con le aziende di trasporto (Ast e ditta
Gallo) l’idea da me suggerita di far pagare agli studenti SOLO la loro quota. “Sono
fiducioso che un’intesa la si possa trovare…”, ha detto il primo cittadino.
Speriamo. (dp)
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