EMANUELE MACALUSO
Ieri Il
Foglio ha pubblicato un articolo di uno studioso che stimo, Alfonso
Berardinelli, con questo titolo: “ Populismi e sovranismi nascono per reazione
quando non si capisce il popolo. Appunti per chi non vede he l’Italia è
cambiata”. Io non so se ci sia qualcuno che non si accorga che l’Italia è
cambiata. Certo, si tratta di capire come è cambiata.
Berardinelli dà uno sguardo a ciò che succede anche nel mondo e, in particolare, negli Stati Uniti. In sostanza, il tema è la crisi della democrazia, come l’abbiamo conosciuta, ed i suoi nuovi approdi. Infatti, scrive Berardinelli: “Ho l’impressione che ci vorrà un bel po’ di tempo per capire tutti i perché e tutti i come della mutazione che sta invadendo e travolgendo il mondo. E ho anche l’impressione che a mancare sia una ricerca, una teorizzazione sociologica all’altezza dei tempi, come si diceva una volta...; per capire la crisi attuale delle democrazie bisognerebbe risalire alla loro origine, riesaminando uno per uno e in connessione i fatti, morali, sociali, storici, legali ed in sostanza culturali e filosofici che hanno preceduto e reso la democrazia pensabile, prima ancora che, di fatto, possibile”.
Berardinelli dà uno sguardo a ciò che succede anche nel mondo e, in particolare, negli Stati Uniti. In sostanza, il tema è la crisi della democrazia, come l’abbiamo conosciuta, ed i suoi nuovi approdi. Infatti, scrive Berardinelli: “Ho l’impressione che ci vorrà un bel po’ di tempo per capire tutti i perché e tutti i come della mutazione che sta invadendo e travolgendo il mondo. E ho anche l’impressione che a mancare sia una ricerca, una teorizzazione sociologica all’altezza dei tempi, come si diceva una volta...; per capire la crisi attuale delle democrazie bisognerebbe risalire alla loro origine, riesaminando uno per uno e in connessione i fatti, morali, sociali, storici, legali ed in sostanza culturali e filosofici che hanno preceduto e reso la democrazia pensabile, prima ancora che, di fatto, possibile”.
Quindi, di
questo si tratta: della democrazia. Berardinelli, polemizzando con un libro del
giornalista americano Alan Friedman (“Questa non è l’Italia”), dice che,
invece, questa è l’Italia, con cambiamenti strutturali nel popolo e nella
società. Infatti, aggiunge: “Si sottovalutano le trasformazioni, o meglio le
mutazioni avvenute negli ultimi decenni, in Italia e nel mondo”. E’ vero, caro
Berardinelli, che è stata la globalizzazione, insieme a tanti altri fenomeni,
ad incidere, ma su questi mutamenti quanto ha pesato l’opera delle forze
politiche in campo, dei sindacati, degli uomini di cultura, dei grandi giornali
e delle tv? E’ vero che, negli Usa, vince il populista Trump – ed anche lì ci
sono mutazioni significative – ma c’è un’opposizione democratica forte e
alternativa, ed anche un impegno di importanti mezzi di comunicazione; cioè c’è
una parte rilevante della società che reagisce. In Italia non è così.
La destra
populista non ha un’opposizione che somigli a quella americana. I mutamenti di
cui parla Berardinelli giustificano o rendono comprensibili gli attacchi
ignobili alla senatrice Segre la quale adesso ha anche una scorta armata. E al
Senato la numerose e rumorosa destra razzista ha avuto nei suoi confronti un
comportamento vergognoso. E’ comprensibile che in un quartiere di Roma, noto
per il dominio che ne hanno gli spacciatori ed i malavitosi, i quali fanno
“cultura”, viene incendiata una libreria, frutto dell’impegno di giovani che a
quel degrado si oppongono con i libri, cioè con l’opera di chi vuole elevare la
coscienza e la conoscenza dei cittadini? Ecco perché dico che Berardinelli ha
ragione ma sino ad un certo punto. Mi pare che sottovaluti il ruolo che può
avere la lotta politica e culturale, la quale influenza i cambiamenti che si
verificano nella società. E’ su questo che dovrebbero riflettere le persone che
guidano i partiti, i mezzi di comunicazione e gli strumenti che muovono la
cultura di un Paese.
(8 novembre
2019)
Nessun commento:
Posta un commento