Internati Militari Italiani (IMI) |
Il bel gesto di Ezio Greggio di rifiutare la cittadinanza onoraria del
comune di Biella in solidarietà con Liliana Segre e in memoria del di lui
padre, internato nei lager nazisti, ripropone il problema del riconoscimento,
politico e storico, del valore dei circa 600 mila militari italiani che, dopo
l'8 settembre 1943, rifiutarono di combattere sotto i comandi nazifascisti e
per questo arrestati e deportati nei lager in Germania. Con il loro rifiuto,
questi uomini diedero a tutti il segnale della Resistenza, soffrendo e/o
immolandosi per la libertà e per la dignità del popolo italiano. Uomini
coraggiosi, veri patrioti che sfidarono le ire di Hitler e di Mussolini, anche
dopo aver saputo della feroce rappresaglia di Cefalonia, dove i nazisti
uccisero, a sangue freddo, migliaia di militari italiani della divisione
“Aqui”. Fra gli internati c'era nostro padre, Pietro Spataro, operaio
siciliano, sottufficiale operante sul fronte dei Balcani, ristretto per due
anni nei lager, dove fu costretto a lavorare come "schiavo di
Hitler", in condizioni terribili, disumane. (La sua storia qui: http://montefamoso.blogspot.com/2017/09/il-ritorno-del-padre.html). Sia chiaro,
pubblico questa nota non tanto per poter dire "c'era anche mio
padre..." (di cui andiamo orgogliosi), quanto per ricordare il sacrificio
(molti morirono nei lager) di questi 600 mila (un vero esercito!) che in uno
scontro bellico, durissimo e dagli esiti incerti, contribuirono, col loro
rifiuto, alla sconfitta del nazifascismo.
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